La prima chiesa
Nel medio evo, fuori porta Montanara, e quindi fuori le mura, c’era una piccola chiesa e un piccolo borgo. La chiesa era dedicata ai Santi Andrea e Donato (e forse anche a S. Giustina). Popolarmente era forse più nota come chiesa di Sant’Andrea, diede infatti questo nome al piccolo borgo presso il quale era edificata.
Nella seconda metà del milletrecento vennero ampliate le mura della città; la porta Montanara che prima chiudeva la cinta muraria rimase all’interno delle mura; anche il borgo S. Andrea rimase dentro le mura, e divenne “contrada S. Andrea”.
Fuori delle mura rimase solo la chiesa, e poche case sull’attuale via Saffi. La chiesa risaliva al secolo IV o V.
C’è un’epigrafe del VI sec che lo attesta; ora è nel museo. È una delle più antiche testimonianze cristiane della città.
Le notizia circa la chiesa di S. Andrea sono molto scarne; sono ben documentate le sue vicissitudini dal 1144 al 1466: vari passaggi di proprietà all’abate di San Gregorio in Conca (Morciano), poi al vescovo di Rimini, poi all’abate di Classe (Ravenna), poi al capitolo dei canonici della cattedrale di Rimini…
La chiesa fu distrutta, insieme al suo piccolo borgo, nel 1466 nel corso delle guerre malatestiane. Mai più fu ricostruita. Il terreno attorno alle mura e vicino ad una porta era troppo strategico: per difendere la città (e il suo Signore, Malatesta) era meglio tenerlo sgombro!
Della chiesa di S. Andrea quasi si perse memoria.
Rimase solo il nome, che si trasmise al borgo, quando questo, ai primi del 1800, risorgerà e si espanderà. Il titolo di S. Andrea fu trasferito ad una chiesetta costruita sulle prime pendici del colle di Covignano.
Gli scavi archeologici
Della vecchia chiesa di S. Andrea furono ritrovati casualmente e inaspettatamente, nel 1863, alcuni resti, ormai sepolti. Lo storico e bibliotecario della Gambalunghiana, Luigi Tonini, ne organizzò gli scavi archeologici, fra il 1863 e il 1865; disegnò la pianta della chiesa; recuperò molti elementi lapidei e la capsella-reliquiario in argento, molte epigrafi funerarie.
La chiesa era stata eretta, forse, come cappella funeraria di una famiglia importante; forse da un certo Leone, un funzionario di Teodorico, come risulta da un’epigrafe.
Saremmo quindi di fronte ad un edificio religioso costruito non dal vescovo o dalla diocesi, ma da un laico, in età gota.
Gli scavi del Tonini non trovarono – o non cercarono – altri edifici attorno, tipo basiliche, ecc.
Andrea e Donato era una piccola chiesa a croce greca, di stampo bizantino, abbastanza simile al Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna. Attorno c’erano sepolture, romane e greche.
Forse era un “monastero”, che allora non voleva dire grande chiesa con molti monaci, ma al contrario piccola chiesa con un solo prete (monos, monastero), quasi sempre edificata per iniziativa privata da qualche laico facoltoso, come la chiesetta fatta edificare da Galla Placidia, che era imperatrice romana, nel sec. V.
A Rimini di queste piccole chiese bizantine ne esistevano diverse, come ad es. san Gregorio, nei pressi della chiesa attuale di S. Giovanni Battista.
Andrea e Donato era edificata su una strada esterna, in posizione importante per il traffico, per il Montefeltro – fuori porta Montanara – come San Gaudenzo era sulla via Flamina, e San Giuliano (prima era dedicata a San Pietro) era oltre il ponte di Tiberio sulla via Emilia. Anche San Gregorio era fuori le mura.
Negli scavi sono emerse numerose lastre frammentarie con epigrafi, tre plutei e un pulvino. Nel pulvino, reimpiegato come altare, era uno scavo con un piccolo reliquiario d’argento.
I tre plutei sono simili a quelli coevi di Ravenna.
I reperti sono conservati nel museo comunale.
La chiesa moderna
Agli inizi degli anni ‘50 il parroco di allora, risultando inadeguata l’antica chiesa, decise di costruirne una nuova, che venne edificata nel 1957-58, nell’attuale sede di via del Crocifisso.
Negli anni successivi, a causa dell’espansione demografica, da vaste zone della parrocchia sorsero le nuove parrocchie di S. Raffaele, della Riconciliazione, della Risurrezione e di S. Domenico Savio (Padulli), per cui oggi il territorio del Crocifisso è compreso tra le vie Acquario e via Aldo Moro e le vie del Passero-Ariete fino alle prime pendici di Covignano.
Questa area si è colmata di nuove residenze che hanno portato a una notevole crescita demografica. Ciò soprattutto grazie ai nuovi comparti di edilizia economica e popolare sorti fin dagli anni ‘60 in via del Passero, via di Mezzo, e successivamente in via Acquario, via dell’Abete, via Quagliati, via Aldo Moro.
Alla fine degli anni ‘80 anche la canonica e le opere parrocchiali hanno dovuto essere ricostruite.
Negli anni ‘90 è avvenuta anche la totale scomparsa dal territorio parrocchiale delle aziende industriali e artigianali esistenti e la riduzione dei piccoli esercizi commerciali, sostituiti dall’arrivo della grande distribuzione.
Nel frattempo la popolazione della parrocchia era cresciuta fino a quasi 9.000 abitanti.
Negli ultimi anni, però, a causa dell’invecchiamento demografico e della difficoltà a trovare appartamenti a prezzo accessibile in zona, gli abitanti sono diminuiti fino a contare gli attuali 7.800, pur aumentando il numero delle famiglie che ha raggiunto la cifra di circa 3.030
La chiesetta sul colle di Covignano è stata trasformata, conservando le linee esterne, in edificio privato.
Nel 1961 è stata eretta la parrocchia di San Raffaele, con la chiesa omonima.
Nel 1975 sono state erette la parrocchia Gesù nostra Riconciliazione e la parrocchia di San Domenico Savio.
Negli ultimi anni sono stati svolti parecchi lavori interni alla chiesa, ultimo fra tutti, nel 2014, il rifacimento dei rosoni della chiesa.
La vita pastorale negli anni 1980-2020
La prima caratteristica che ha guidato il cammino della nostra parrocchia in questi anni è stato l’impegno a raggiungere tutte le persone, valorizzando l’attività a livello di territorio parrocchiale e proponendo iniziative a cui convocare tutti i parrocchiani.
Ciò ha portato alla suddivisione della parrocchia in otto zone: Abete, Acquario, Alberi, Chiesa, Costellazioni, Quagliati, Nuovo Peep, Passero. In ogni zona si è costituita una Equipe di Coordinamento Zonale (ECZ), formata da un gruppo di persone della zona stessa, con il compito di collegare la comunità parrocchiale alla realtà del territorio e di promuovere le attività pastorali zonali.
Uno strumento per comunicare con tutti è il giornalino, nato come lettera parrocchiale mensile, che viene recapitato alle famiglie ogni mese, da settembre a maggio, da parte di una rete capillare di messaggeri (circa 250). I messaggeri, oltre a portare il giornalino alle famiglie, cercano di tenere i contatti con le persone che visitano e spesso sono i referenti della parrocchia nella propria via o condominio.
Da quasi 25 anni è stata avviata nelle zone l’esperienza delle piccole comunità. Si tratta di gruppi di persone di una stessa zona, vicine di casa, che si incontrano presso una famiglia con lo scopo di accrescere la conoscenza reciproca, l’amicizia fraterna e la vita cristiana alla luce della Parola di Dio. Gli incontri sono condotti da animatori preparati dalla parrocchia per questo servizio. I temi seguono un programma formativo comune, basato sulla Parola di Dio e attento alla vita delle persone. Attualmente, nelle otto zone della parrocchia, sono circa 15 i gruppi che si incontrano mensilmente, da ottobre a maggio.
I momenti della vita pastorale
L’anno pastorale della parrocchia è scandito da eventi comunitari mensili, basati sui tempi liturgici, che tendono a realizzare un progetto di crescita spirituale dell’intera parrocchia. A questi momenti vengono convocati tutti i parrocchiani:
Settembre: Festa di apertura dell’anno pastorale, gestita dai giovani
Ottobre: Festa parrocchiale del Crocifisso
Novembre: Mese dei defunti
Dicembre: Avvento e Natale
Gennaio: Festa del dono
Febbraio: Candelora – Giornata della vita
Marzo-Aprile: Quaresima – Settimana Santa – Pasqua – Festa della famiglia
Maggio: Mese mariano – Prime comunioni – Cresime – Conclusione dell’anno pastorale
Nei mesi estivi si realizzano il Centro estivo e campi e soggiorni formativi per ragazzi, giovani e famiglie, a cura delle diverse associazioni che operano in parrocchia.
La corresponsabilità
La partecipazione dei laici si esprime a tutti i livelli della vita parrocchiale e ha il suo centro nel Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), l’organismo nel quale, rappresentanti di tutte le zone, dei settori pastorali e delle associazioni impegnate in parrocchia, collaborano con i sacerdoti e il diacono alla conduzione della vita pastorale della comunità. Il CPP (qui la composizione) si riunisce una volta al mese per coordinare il cammino pastorale programmato dalla parrocchia ed esaminare i problemi più importanti della vita parrocchiale. Oltre ad esso va ricordato il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (CPAE), formato dal parroco e da laici (qui la composizione), per gestire tutti gli aspetti economici e amministrativi della vita parrocchiale.
I parroci
Giovan Battista Raffaelli (1703-1712)
Michele Rosa (1712-1714)
Domenico Tonti (1725 – 1766)
Giovan Francesco Cupes (1767-1783)
Marco Berti (1783-1800)
Sebastiano Renzetti (economo) (1801-1818)
Pietro Sante Oliveti (economo) (1818-1820)
Giuseppe Speri (economo) (1820-1825)
Francesco Alessandrini (1825-1829)
Pietro Campana (1829-1840)
Marino Ciotti (economo) (1840-1867)
Giuseppe Tonti (economo) (1867-1867)
Luigi Speranza (1868-1883)
Giuseppe Martignoni (1883-1887)
Achille Giorgi (1887-1890)
Luigi Nardi (1890-1896)
Serafino Massari (1896-1937)
Andrea Bianchi (1941-1949)
da qui la sede della chiesa è quella attuale in via del Crocifisso 17
Terzo Sanchini (1949-1976)
Antonio Brigliadori (1976-1993)
Renzo Gradara (1993 – 2001)
Paolo Donati (2001-2016)
Renato Bartoli (2016-2023)
Vittorio Metalli (2023- )