Missioni
LA MISSIONE E’ IL CUORE DELLA VITA DELLA CHIESA.
LA CHIESA PER SUA NATURA E’ MISSIONARIA
E OGNI CREDENTE E’ DISCEPOLO-MISSIONARIO.
Dall’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”
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LA MISSIONE AL CUORE DELLA FEDE CRISTIANA
– Il Concilio Vaticano II, nel Decreto Ad Gentes (1965), ha sviluppato la natura missionaria della Chiesa:
«La Chiesa che vive nel tempo è per sua natura missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine» (A. G. 2).
Accogliendo le sfide e la necessità del cambiamento, la missione diventava cittadina di diritto nella vita della Chiesa, passando dalla periferia al cuore della Chiesa.
Questo processo di rinnovamento ha trovato nuova vitalità grazie a Papa Francesco.
– Con la sua Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (2013), Papa Francesco afferma che la missione non è un’appendice della fede, ma è il cuore della vita della Chiesa ed evidenzia la responsabilità missionaria e profetica della Chiesa e di ogni suo discepolo.
Papa Francesco considera la Chiesa di Gesù Cristo una “Chiesa in uscita“, una Chiesa dinamica che si apre verso il mondo, che non si ripiega su sé stessa e sui suoi problemi interni, ma tiene lo sguardo sulle “periferie” geografiche ed esistenziali. Auspica una “conversione missionaria” della Chiesa e invita ogni cristiano e ogni comunità a “discernere quale sia il cammino che il Signore gli chiede” e “ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità per raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (E.G. 20)
Il Papa sottolinea che “tutti siamo discepoli missionari” (119), ricorda che “ogni cristiano è discepolo-missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù” (120) e si impegna a portarlo agli altri. (127) in un impegno continuo di evangelizzazione.
La missione non è proselitismo o mera strategia ma fa parte della “grammatica” della fede, è qualcosa di imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra “vieni” e “vai”. Chi segue Cristo non può che diventare missionario, e sa che Gesù «cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (266)
Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e agire e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia.
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Breve storia del ricamo
Il ricamo, un’arte antica, perché testimoniata già al tempo dei Faraoni e delle civiltà precolombiane, appartiene ormai, insieme ad altre arti cosiddette minori, a quel settore artigianale a cui, da sempre, si sono dedicate persone di entrambi i sessi, di differente estrazione sociale e di qualsiasi età, talvolta come passatempo, ma più spesso come mezzo di sostentamento.
È ormai certo che nel Medioevo i monaci, oltre che amanuensi e miniaturisti, erano anche ricamatori e che le castellane passavano molte ore della giornata a creare con ago e filo storie d’amore, ma anche di guerre e di battaglie.
Tra il ‘300 e il ‘400 il ricamo si svolgeva anche all’esterno delle mura conventuali, in veri e propri laboratori, dove si incontravano abili artigiani e artisti del disegno, spesso di grande fama, che non disdegnavano di creare disegni e modelli preparatori da ricamare.
Nell’800 poi, la trasformaz ione di molti conventi in conservatori, dove trovavano ospitalità fanciulle povere o orfane, vide il ricamo diventare un’attività mirata a salvaguardare l’onestà femminile. Come infatti dimostrano molti lavori conservati fino a noi, queste giovani donne si dedicarono a questa occupazione con religiosa passione e certosina pazienza.
Ancora nella prima metà del Novecento, il ricamo ha fatto parte del mondo femminile. L’usanza di ricamare il corredo per le proprie nozze o per l’arrivo di un figlio ha infatti scandito molte giornate di donne di ogni ceto sociale: sedute dentro casa accanto al camino oppure all’aperto sulla soglia di casa, esse ci rammentano il sapore antico del tempo che fu.
Il boom economico, il diverso valore dato al tempo e un nuovo assetto del quadro familiare, determinarono una rapida scomparsa di questa arte.
Così gli oggetti di uso quotidiano delle nostre nonne, sono pian piano diventati così rari e preziosi, da essere addirittura conservati all’interno dei musei.