Benedizioni Pasquali – Calendario 2021

Sintesi Consiglio Pastorale – 18 gennaio 2021

(a cura di Fulvio)

Il tema principale del Consiglio Pastorale del 18 gennaio 2021 riguardava la vita parrocchiale nel momento attuale. Erano state date alcune domande di riferimento:

  • Cosa significa essere comunità?
  • Perché essere comunità?
  • Quali contenuti offrire alla comunità?
  • Come vivere la dimensione comunitaria stante la situazione attuale?

 

Sintesi degli interventi

  • Il Consiglio pastorale, in diversi interventi, ha evidenziato che la Comunità del Crocifisso ha una sua identità consolidata e mai smarrita.
  • La nostra esperienza di fede non deve avere interruzioni. Bisogna essere e continuare ad essere comunità perché viviamo il nostro essere cristiani nel momento contingente in piena unione con il Signore. Così come siamo parte di Cristo dobbiamo allora essere fratelli e vivere la fede adesso.
  • La situazione contingente della pandemia, però, fa emergere la necessità di imparare a scoprire il prossimo e di relazionarci con lui per sviluppare la fraternità che viene ancor prima della comunità.
  • L’azione comunitaria deve aiutare a riscoprire la fede vissuta nella dimensione umana del quotidiano e va rivolta a tutti (famiglie, operatori, associazioni e tutti coloro cui possa essere destinata la Parola di Dio).
  • La nostra azione di fede deve trovare applicazione adesso, nonostante le difficoltà e le limitazioni: se ci dovessimo disperdere potremmo rischiare di perdere fratelli.
  • Attiviamo la vista. Scorgiamo chi ci sta accanto. Sappiamo individuare i bisogni e le esigenze dei nostri fratelli. Alimentiamo occasioni di incontro e di confronto utilizzando i mezzi che oggi ci vengono messi a disposizione (piattaforme, app).
  • La comunità fondata sull’annuncio della Parola nella esperienza parrocchiale e nella vita di ognuno di noi, deve trovare il suo fondamento su tre pilastri: Annuncio, Eucarestia, Carità. Questi tre pilastri debbono aiutarci a superare le fatiche e andare oltre le dinamiche che fino ad oggi ci hanno accompagnato: dobbiamo trovare strade nuove e percorrerle in modo diverso perché i tempi dell’oggi non sono quelli di ieri. Ciò che abbiamo sempre fatto non sarà ciò che oggi possiamo fare.
  • Impariamo a confrontarci con i nostri vicini. Questo significa che l’esperienza della Zona Pastorale e del Vicariato sono l’occasione da cui mutuare l’esperienza vissuta da altri nella esperienza comune di difficoltà attuale. Impariamo anche da ciò che altri nostri confinanti stanno facendo in questo momento.

Affidamento a Maria

Nel loro primo incontro i genitori dei bambini che hanno iniziato quest’anno il catechismo e i loro catechisti hanno rivolto la loro preghiera alla Beata Vergine Maria. Ecco alcune delle loro invocazioni scritte su post-it:

  • Confido che questo percorso permetta a N.  di abbracciare il mondo con maggiore consapevolezza e con la grazia di Cristo.
  • Che questo percorso sia per lui un percorso di gioia, di amore, che possa trovare il modo di aprire il suo cuore ed accogliere ogni piccolo grande arricchimento.
  • Prego Maria perché possa aiutare i nostri figli a scegliere il buono, il bello, il vero, nella vita.
  • Vorrei che N. incontrasse durante questo percorso la bontà di Gesù e si avvicinasse ai principi di solidarietà e amore che dovrebbero governare il mondo.
  • Affido a te, Maria, tutti questi bimbi, affinché anche il cammino in parrocchia aiuti loro a crescere e a “sbocciare”, ciascuno con le proprie potenzialità e particolarità.
  • Spero che Maria protegga ed illumini il percorso di catechismo di N: come farebbe una mamma: con gioia, pazienza ed amore.
  • Ave Maria, illumina e guida i tuoi piccoli.
  • Accompagna i nostri figli con il tuo abbraccio materno.

 

Su la mascher(in)a – Carnevale online

il servizio del Lettore della Parola di Dio

intervento di Rino Morri
nella “Domenica della Parola di Dio”
(24 gennaio 2021)

Buongiorno a tutti, mi chiamo Rino, ho sempre fatto parte di questa comunità e sono uno dei due lettori istituiti che attualmente ci sono in parrocchia, per questo mi vedete spesso a proclamare la Parola, ed oggi mi è stato chiesto di condividere con voi alcune riflessioni sulla mia scelta.
Il ministero del Lettorato, che viene conferito dal Vescovo e che Papa Francesco ultimamente ha reso accessibile alle donne, venne istituito dopo il Concilio dove si era preso atto che era arrivato il momento di far sì che i laici avessero accesso alla Parola di Dio.
Nel decreto di istituzione si legge: “Il lettore istituito è il ministro della proclamazione della Parola, deve proclamare cioè, deve dire a voce alta, a nome di un altro, a favore degli altri”.
Io ho iniziato nel 1984, dopo un periodo di preparazione con incontri mensili in Seminario, fra l’altro se non ricordo male uno dei sacerdoti che teneva il corso era don Renato. A chi mi chiede perché ho scelto di fare il lettore, rispondo sempre: “Per vocazione di don Tonino”, il vulcanico parroco che aveva rivoluzionato la nostra calma vita parrocchiale e fatto prendere in mano la Bibbia. Alle mie obiezioni, non sapevo nemmeno cosa fosse il lettorato, mi rispose: “Vai, poi strada facendo imparerai”, e devo riconoscere che non aveva torto, se si aspetta di essere pronti, di essere formati non si parte mai.
E’ dopo l’istituzione che mi sono reso conto che della Parola di Dio ne sapevo veramente poco, allora ho cominciato a leggere la Bibbia, cosa non facile… anche per il poco tempo disponibile, e devo dire di aver accantonato l’idea e ricominciato piano piano trovando aiuto in alcuni impegni concreti:
-Ho cominciato a far parte dell’equipe liturgica, dove si preparavano le liturgie per le domeniche in cui si celebravano momenti forti del cammino pastorale, all’inizio partecipando come spettatore muto, poi nel tempo aiutato dal clima di amicizia mi sono inserito, forse anche troppo e qui che ho imparato che una liturgia non è riuscita quando tutto è perfetto, ma quando riesce a coinvolgere e valorizzare ciò che ognuno prepara, lasciando anche spazio alla spontaneità e agli imprevisti.
-Essere stato, ancora una volta per scelta dello stesso prete di cui sopra, animatore delle piccole comunità, ed anche qui devo dire grazie a chi mi ha spinto a farlo, perché questi incontri con al centro la Parola di Dio mi hanno aiutato ad approfondirla ed il confronto con gli altri mi ha fatto prendere coscienza che i miei dubbi, le mie difficoltà erano anche le loro, inoltre si è instaurato un clima di amicizia che ci accompagna ancora oggi. (Oggi le piccole comunità sono in crisi, non solo per il covid, dovremmo ridargli vita). Salto un lungo periodo di tempo fatto di incontri vari, cambio di parroci, ed arrivo al momento in cui ho lasciato il lavoro; avendo più tempo ha disposizione ho approfondito la ricerca della Parola con la lettura del Vangelo del giorno e relativa riflessione, oggi ne abbiamo tante a disposizione, è un aiuto per affrontare in modo diverso la giornata.
In questi ultimi tempi mi hanno fatto riflettere due interventi in modo particolare. Uno del Vescovo Francesco, che nei pellegrinaggi diocesani ci ha invitato a chiederci: “Quale volto di Dio ci portiamo nel cuore? Con quale volto di Dio ci siamo incontrati?”.
Poi una riflessione di padre Ermes Ronchi che afferma: “Siamo burocrati delle regole… e analfabeti del cuore”. Sì la mia, la nostra fede, troppo spesso è legata a delle regole a dei precetti, fatto questo sono a posto.
Di fronte a queste provocazioni ti viene voglia di prendere in mano il Vangelo e scoprire quale volto del Padre Gesù ci ha svelato e trovare un Padre che non ci cataloga secondo le regole, a volte pesanti, che come uomini e come Chiesa ci siamo dati, ma un Padre che ci ama prima di tutto e al di sopra di tutto, è solo l’amore che lo muove. Sceglie uomini peccatori come noi per costituire il primo nucleo della Chiesa, non condanna mai nessuno, ricerca, ama, perdona. Attraverso questa Parola scopro ogni giorno di essere amato e per questo, se lo voglio, posso amare e cercare di cambiare me stesso invece di voler cambiare gli altri.
L’ultima riflessione riguarda la Messa, per me è importante prepararmi leggendo le letture che verranno proclamate la domenica, oggi si discute se lasciare o togliere i foglietti, io penso sia più importante arrivare preparati, si potrebbero proporre degli incontri sulle letture della domenica. Il cammino da fare sembra difficile, io ho trovato aiuto in un’altra espressione di padre Ermes Ronchi: “Non pretendiamo di fare tutto in una volta, ma un piccolo passo alla volta è possibile per tutti”.

Spero di non aver approfittato della vostra pazienza, grazie e buona domenica della Parola.

Fatto da noi. Dal web alla carta.

FATTO DA NOI 

Hai trovato qualcosa di bello e vuoi condividerlo con altri? Manda i tuoi contributi a segreteria.crocifisso@gmail.com

Vogliamo realizzare per le persone che non usano Internet, un foglio periodico (formato A4, fronte retro, bianco e nero, stampato in proprio) nel quale raccogliere alcune informazioni e cose belle che di solito condividiamo sui social: aneddoti, preghiere, riflessioni, vignette, inviti, meme…

Le copie stampate di questo foglio parrocchiale, fatto con l’apporto di tanti, saranno messe a disposizione in fondo alla chiesa e chiunque potrà prenderle per consegnarle manualmente ai suoi vicini o alle persone che vorrà.

È una iniziativa ancora senza titolo, in fase di definizione, e ha bisogno di idee e collaborazione.

 

Oro, incenso, mirra e… il quarto dono.

Oro, incenso, mirra e… il quarto dono.

Il quarto Re Magio era venuto dal Sahel

Anche i presepi più aggiornati e contestualizzati non lo considerano. La cosa non sorprende più di tanto perché la sabbia non ha mai goduto di particolare attenzione o favore da parte di teologi, politici o sindacalisti.

Un Re che porta sabbia per migliaia di chilometri a un altro Re, nudo e inerme come tutti i neonati, non fa buona figura. Persino sua madre, di natura sensibile, e attenta a ogni gesto nei confronti del figlio, non avrebbe saputo come interpretare il dono del Re originario del Sahel, zona che lei non aveva presumibilmente mai sentito nominare. Al massimo aveva avuto nozione della Regina di Saba arrivata fino a un altro Re, Salomone, sembra con cammelli carichi di doni preziosi. L’Etiopia non è il Sahel e tra la Regina di Saba e l’ultimo dei re Magi, c’è un abisso, che la sabbia appunto rappresenta in modo sconcertante. Della sabbia, apparentemente, c’è poco di cui andar fieri visto che anche nella società di quel tempo si badava molto alle apparenze: corone, troni, armate, censimenti, lotte intestine, vendette, conquiste di territori e soprattutto prestigio. Cose che con la sabbia hanno poco o nulla da spartire. Fu così che quando il quarto Re, l’ultimo a presentare il dono, si affacciò sulla scena della natività, destò prima stupore, poi un sorriso di circostanza

da parte degli altri Re e infine una sorta di censura dei presenti. Il bimbo era troppo piccolo per capire e Giuseppe, il papà, dormiva.

La storia ufficiale, i presepi, i racconti tradizionali, le filastrocche e i dipinti d’epoca, mai han menzionato quel quarto Re che aveva donato la sabbia al Messia atteso dalle genti per liberarle dal giogo dell’oppressione dei potenti.

Troppo umile, la sabbia, poco rappresentativa del potere inteso come dominazione, feriale e persino scomoda quando unita al vento e generatrice di polvere. Inaccettabile, quasi offensiva o comunque inappropriata per la circostanza, visto il quadro classico presentato e gli angeli convocati per la circostanza. Non si sarebbe saputo come e dove usarla, sarebbe stata di inciampo, dettaglio poco degno per un momento così solenne e da tramandare ai secoli futuri. Avrebbe suonato proprio male, come non riconoscerlo elencare oro, incenso, mirra e sabbia. Una stonatura, una storpiatura, una sconnessione o semplicemente un clamoroso errore di valutazione. Un Re che si permette di viaggiare, di unirsi alla carovana di altri Re più nobili di lui (che non era né astronomo né sacerdote né illuminato).

Si potrebbe concludere che il nostro Re, censurato subito dalle cronache presenti e future, sia stato arrogante o comunque poco saggio a confronto degli altri Re che hanno goduto di imperitura fama. E che il suo gesto avrebbe potuto scomparire per sempre dalla storia, senza la minima menzione. Ma rimane un pallido ricordo dell’avvenimento: il suo racconto, che nessuno ha finora creduto, e soprattutto lei, la sabbia. Unica testimone autorevole e fedele del nobile dono di un Re a un Re appena nato che sarebbe stato tradito da tutti.

Niamey, Epifania 2021

d    MAURO ARMANINO in “Diario irregolare” su Avvenire del 5.1.2021

Pasquina Macrelli ved. Zafferani

Caritas – Un posto per loro

OFFERTE PARROCCHIA DEL CROCIFISSO 

19-20 dicembre 2020

1.630,00

 

solidarietà scout

Nei giorni scorsi le unità scout del Rimini3 hanno raccolto generi alimentari presso diversi supermercati. Ora si prepara la distribuzione alle famiglie seguite dalla Caritas Parrocchiale.

gruppo Primo Annuncio

Oggi si è riunito per la prima volta il nuovo gruppo di catechismo chiamato del “Primo Annuncio”, cioè i bambini che iniziano il percorso di Iniziazione cristiana. Incontro di conoscenza e di preparazione al Natale. I nostri nomi formano una catena e siamo tenuti uniti da Gesù.

Azione Cattolica del Crocifisso

Martedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, è anche il giorno in cui l’Azione Cattolica rinnova la sua adesione. Per festeggiare questo momento, invitiamo la comunità parrocchiale a due appuntamenti in particolare:

DOMENICA 6 DICEMBRE  dalle 16 alle 17 per un momento di preghiera in chiesa in preparazione alla festa; 

MARTEDI’ 8 DICEMBRE alle 11 per la Santa Messa, durante la quale rinnoveremo la nostra adesione.

 

 

 

 

TRE GG DI SANT’ANDREA – TERZO GIORNO

TRE GG di SANT’ANDREA apostolo

28-29-30 NOVEMBRE


TERZO GIORNO

 

Sant’Andrea apostolo: la missione di portare tutti a Gesù

 

L’evangelista Giovanni riporta tre episodi nei quali appare la figura dell’apostolo Sant’Andrea. Da questi tre avvenimenti è possibile tracciare la missione di un cristiano, la modalità con cui relazionarsi con Cristo e l’amore con cui accogliere ogni persona nella vita della Chiesa.

Il terzo episodio della vita di Andrea è stato quando Gesù era salito al tempio di Gerusalemme per la festa della Pasqua. Alcuni giudei si rivolsero ad Andrea con la richiesta di vedere Gesù. Andrea e Filippo andarono a riferire la richiesta a Gesù, il quale pronunziò il discorso sulla necessità del suo sacrificio, affinché ogni uomo possa credere in Lui ed avere la vita eterna.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (12, 20-28)

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

Ritorna per la terza volta il verbo vedere. Questa volta non è Andrea, ma sono i greci, ossia i pagani, a voler vedere Gesù.

Anche queste semplici parole sono un richiamo alla missione del cristiano, il quale è chiamato non solo a riconoscere la presenza viva di Dio nella storia, ma anche a far comprendere ad altri la realtà della presenza viva di Dio nella vita quotidiana.

I greci non avevano bisogno di sentire parole, erano esperti del parlare e del pensare. Essi chiedevano principalmente di vedere.

Anche il mondo di oggi, seppure in maniera poco convinta e poco consapevole, domanda di vedere Dio nella propria vita. Gli uomini dei nostri tempi sono profondamente delusi da tante false promesse e da proclami roboanti che risultano puntualmente disattesi.

Tutte le persone di questo mondo hanno bisogno di vedere la presenza di Dio per dare un senso alla loro vita, per costruire un futuro migliore e dare speranza alle tante attese del domani.

Il mondo vuole vedere una Chiesa che testimoni la solidarietà verso i più poveri, accolga tutti gli scartati della società, favorisca il dialogo con i non credenti e con quelli di altre religioni, richiami l’attenzione sulla importanza della salvaguardia del creato.

Celebrare la memoria dell’Apostolo Andrea è un richiamo a chiedere la grazia di vedere Dio nelle vicende di tutti i giorni e permettere all’altro di spalancare lo sguardo del cuore, per rendere capace ogni essere umano di entrare nella profondità di Dio e di riconoscere in ogni uomo e in ogni donna un riflesso della Sua sapienza e del Suo amore.

  Osvaldo Rinaldi – Chiese locali

 

PREGHIERA A SANT’ANDREA
(da internet)

O glorioso sant’Andrea,
sei stato il primo a riconoscere
e seguire l’Agnello di Dio.

Con il tuo amico San Giovanni,
sei rimasto con Gesù
per tutta la vita terrena
ed ora per tutta l’eternità.

Poiché hai condotto
tuo fratello Pietro a Cristo
e molti altri dopo di lui,
conduci anche noi
a Gesù nostro Signore.

Insegnaci a condurre gli altri a Cristo,
al suo amore misericordioso
e aiutaci a comprendere
il significato della Croce.

Amen.

 

Sant’Andrea primo apostolo, prega per noi

 

Padre Nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

 

Preghiamo: La comunione al tuo sacramento, o Signore, ci fortifichi, perché, portando in noi i patimenti di Cristo sull’esempio del santo apostolo Andrea, possiamo vivere con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

ascolta e prega con il canto “Veniamo con te” (link)

 

TRE GG DI SANT’ANDREA – SECONDO GIORNO

TRE GG di SANT’ANDREA apostolo

28-29-30 NOVEMBRE


SECONDO GIORNO

 

Sant’Andrea apostolo: la scelta di affidarsi a Gesù

L’evangelista Giovanni riporta tre episodi nei quali appare la figura dell’apostolo Sant’Andrea. Da questi tre avvenimenti è possibile tracciare la missione di un cristiano, la modalità con cui relazionarsi con Cristo e l’amore con cui accogliere ogni persona nella vita della Chiesa.

Il secondo episodio che riguarda la vita dell’apostolo Andrea è quello della moltiplicazione dei pani.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6, 4-13)

Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli, infatti, sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».  Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Andrea ha ascoltato l’invito di Gesù di dare loro stessi da mangiare alla folla stanca ed affamata. Andrea aveva ascoltato la risposta di Filippo, il quale aveva constatato la poca disponibilità economica per garantire un pasto per tutti.

Le parole di Filippo non scoraggiarono Andrea, il quale, invece di demoralizzarsi, alzò lo sguardo per vedere quello che ognuno possedeva e dicendo a Gesù con semplicità e fede: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?” (Gv 6,9).  Andrea, dopo aver visto e riconosciuto in Gesù di Nazareth il Messia, ora vede un ragazzo, il quale, umanamente parlando, possiede poche risorse, ma ritiene che egli possa offrire il suo contributo per sfamare la folla.

Andrea ci invita a scoprire l’enorme potenzialità dei giovani quando sono affidati nelle mani del Signore.

Constatiamo con amarezza e dispiacere che le nuove generazioni abbandonano la vita della comunità ecclesiale, perché distratti da tante voci assordanti che li spingono all’individualismo e all’autosufficienza. Affidare il talento dei giovani a Cristo e alla Chiesa conduce a valorizzare le loro potenziali risorse a servizio del bene comune.

Il nostro Continente ha chiuso gli occhi ai bisogni e alle richieste dei giovani, i quali sono portatori di vitalità, di novità e di entusiasmo, ma sono intrappolati in disonesti meccanismi che favoriscono sempre le stesse categorie di persone, svantaggiando una enorme fascia della popolazione meno abbiente.

A distanza di duemila anni, Andrea vuole consigliarci la ricetta per far ripartire la speranza di un mondo che ha perso fiducia nel futuro: condividere quel poco che si possiede per soddisfare i bisogni della propria comunità.

Questa semplice indicazione segnerebbe l’inizio di un integrale progresso umano, perché coinvolgerebbe la sfera economica, finanziaria e politica, ma prima di tutto aprirebbe le coscienze a vedere che il mondo è pieno di uomini e donne che hanno bisogno del nostro impegno e della nostra solidarietà.

Osvaldo Rinaldi – Chiese locali

 

PREGHIERA A SANT’ANDREA

(dalla Liturgia Orientale)

Tu, il primo chiamato di tutti i discepoli,
il testimone oculare e il servitore del Verbo,
santo apostolo Andrea,
noi ti veneriamo come è giusto.

Tu, infatti nel fervore del tuo amore,
hai seguito l’Agnello
che ha tolto il peccato del mondo,
e hai poi comunicato alla Passione
di Colui che volontariamente soffrì
la morte nella sua carne.

Per questo noi ti preghiamo, o sant’Andrea,
di intercedere presso il Cristo nostro Dio,
affinché conceda la remissione dei peccati
a coloro che festeggiano con tutto il cuore
la tua santa memoria.

Dio onnipotente, donaci di trovare
e di seguire il Salvatore,
come l’apostolo Andrea che, da lui chiamato,
abbandonò ogni cosa del mondo
per servire Gesù Cristo,
nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.  Amen.

 

Sant’Andrea primo apostolo, prega per noi

 

Padre Nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

 

Preghiamo: Dio onnipotente, nella festa di sant’Andrea portiamo doni al tuo altare, fa’ che offrendoli, siamo a te graditi e, ricevendoli da te santificati, otteniamo la vita. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

ascolta e prega con il canto: “Ecco quel che abbiamo” (link)

 

Tu aspetti tutti

TU ASPETTI TUTTI

 

Signore, nessuno vive tanto nell’attesa come te!

Nella tua misericordia tu aspetti tutti:

quelli che sono lontani e quelli che sono vicini.

Quelli che dicono “sì” e quelli che dicono “no”.

Quelli pronti prima del tempo e quelli che procrastinano.

Il figlio prodigo che ritorna come un mendicante e il fratello maggiore che lo incolpa.

Quelli che avvertono la tua presenza nei passaggi più comuni della vita e quelli che solcano i suoi corridoi infiniti accumulando sempre più silenzio e domande.

Quelli che ti ricordano a ogni momento, e gli indifferenti.

Quelli che ti vedono nella certezza e quelli che per i quali il tuo mistero si compara ai frammenti di un enigma sparsi e indecifrabili.

Quelli che riconoscono le tue tracce indiscutibili e quelli che non ti trovano da nessuna parte.

Quelli che nel ripetere il tuo nome percepiscono lo spuntare del giorno e quelli che si sentono proiettati ancor di più nello sconforto della notte.

Quelli che ti chiamano per nome e quelli per i quali sei dolorosamente innominabile.

Davvero, Signore, tu sei in attesa di tutti.

Di quanti ti cercano con ansia e di quanti non s’interrogano mai.

Di quanti ogni giorno ti pregano «Vieni, Signore!» e di coloro per i quali la preghiera è una ferita silenziosa, una convulsione, un tormento o una rivolta.

È bello sapere che, nell’immensità della tua attesa traboccante di compassione, ciascuno è ancora in tempo per la speranza.

 


di: José Tolentino Mendonça
su Avvenire 28 novembre 2020 – Rubrica “Pregare a occhi aperti”

 

TRE GG DI SANT’ANDREA – PRIMO GIORNO

TRE GG di SANT’ANDREA apostolo

28-29-30 NOVEMBRE


PRIMO GIORNO

 

Sant’Andrea apostolo: la gioia di avere incontrato Gesù

 

La memoria liturgica di un Apostolo di Gesù Cristo costituisce un tempo favorevole per ritornare alla fonte del cristianesimo e alle origini della prima comunità, riscoprendo la freschezza, la genuinità e l’essenziale della nostra vita di fede.

L’evangelista Giovanni riporta tre episodi nei quali appare la figura dell’apostolo Sant’Andrea. Da questi tre avvenimenti è possibile tracciare la missione di un cristiano, la modalità con cui relazionarsi con Cristo e l’amore con cui accogliere ogni persona nella vita della Chiesa.

Il primo episodio riguarda la chiamata di Andrea alla sequela di Gesù.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 35-42a)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.

Il Vangelo di Giovanni presenta Andrea come un discepolo di Giovanni Battista, il quale invitò due discepoli a seguire Gesù. L’identità di un discepolo rimane ignota, non viene riportata dall’evangelista, ma sappiamo con certezza che uno dei due discepoli era Andrea.

Il dialogo con Gesù lascia tracce memorabili attraverso le quali ogni cristiano può raggiungere una relazione di fede con il Signore Gesù Cristo. Le parole di Gesù “Che cosa cercate?” trovano una risposta dell’apostolo, il quale denota un desiderio di avere familiarità con Lui: “Rabbì – che, tradotto significa maestro, – dove dimori?”.

Possiamo riformulare questa domanda in tanti modi: Dove posso venire a trovarti la prossima volta? Dove posso venirti a chiamare, quando ho il desiderio di incontrarti? Dove posso imparare ad avere familiarità con Te?

 “Venite e vedrete” sono le parole di Gesù che rispondono a quel desiderio di comunione con Lui.

Il tempo di Avvento è proprio il tempo dell’andare e del vedere Gesù. Ogni cristiano è invitato ad iniziare un cammino che lo condurrà a Betlemme, accompagnato dapprima dai pastori e successivamente dai misteriosi magi provenienti dall’Oriente. La vita cristiana, oltre ad essere un cammino verso Gesù, è anche una esortazione a vederlo.

Andrea ha visto Gesù ed ha riconosciuto in Lui il Messia. Ha avuto questa intuizione, seminata dentro di lui dall’azione dello Spirito Santo, ed ha avuto la gioia di condividere questa scoperta con suo fratello Simone. Andrea ha avuto la grazia immensa di ascoltare e vedere Gesù Cristo.

Ognuno di noi è chiamato ad avere l’umiltà di riconoscere nell’altro un riflesso della bontà e della bellezza di Dio. Andrea sembra invitarci a considerare l’enorme dignità di ogni persona umana, la quale è peccatrice, ma è anche ricolma di un’immensità di doni da parte di Dio.

Oggi viviamo un tempo nel quale le persone vengono disprezzate, emarginate e disonorate. Riscoprire il valore della dignità di ogni essere umano è portare alla luce il tesoro nascosto che brilla nel cuore di ogni persona.

Una volta scoperta la preziosità di un uomo e di una donna, il passo successivo è quello di reintegrarlo nella società, portandolo a Cristo, invitandolo a partecipare della comunità cristiana ed assegnandogli un ruolo nella società civile.

Osvaldo Rinaldi – Chiese locali

INNO e PREGHIERA
a Sant’Andrea del Crocifisso

Sant’Andrea del Crocifisso
benedici la tua chiesa
tu ci indichi il Maestro
il Risorto che ci salva.

Andrea come Simone tuo fratello
sei stato pescatore navigando
il Mar di Galilea
a volte tempestoso

su quelle stesse rive
lo hai indicato a tutti
come il Messia atteso
tu che l’avevi già oltre il Giordano

ascoltato rapito come gli altri
discepoli di Giovanni Battista.
Sei fra gli apostoli del Nazareno
attento a chi desidera conoscerlo. (Gv 12,22)

Accogli chi è lontano, gli vai incontro
sei arrivato in Grecia
ed hai testimoniato fino in fondo
il tuo assoluto amore per Gesù.

Aiutaci a far nostre le parole
del Vangelo l’amore per il prossimo:
“Andate in tutto il mondo e proclamate
ad ogni creatura il lieto annuncio.” (Mc 16,15)

Sant’Andrea del Crocifisso
benedici la tua chiesa
tu ci indichi il Maestro
il Risorto che ci salva.

(Alessandro Ramberti)

 

Padre Nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

 

Preghiamo: Umilmente ti invochiamo, o Signore: il santo apostolo Andrea, che fu annunciatore del Vangelo e guida per la tua Chiesa, sia presso di te nostro perenne intercessore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

ascolta e prega con il canto: “Veniamo con te” (link)

 

il Ponte – il settimanale del nostro territorio

ilPonte: ogni settimana, il giornale del nostro territorio e delle nostre parrocchie e comunità

il direttore: Se ti prende la sonnolenza

 

Incontri giovani universitari 2020

il catechismo 2020-2021

Cari genitori ,

Vi ricordiamo che lunedì 9 novembre ricominciano gli incontri di catechismo, secondo gli orari indicati e nei giorni fissati.
Ci vediamo sotto il tendone della parrocchia, per poi entrare in teatro mantenendo il giusto distanziamento.
Vi ricordiamo di portare:
– mascherina
– quaderno rivestito con copertina plastificata
– astuccio completo di colori, forbici e colla

Vi chiediamo cortesemente di avvisarci nel caso in cui i bambini fossero assenti, in modo da poter allestire gli spazi per il giusto numero di bambini.
Grazie!

il Noviziato “Cheimòn” (scout Rimini3) all’opera

UNA CAREZZA AL MONDO.

Domenica 25 ottobre i giovani scout del Noviziato “Cheimòn” del  Rimini3,  dopo aver partecipato insieme alla Messa, si sono dedicati a ripulire il Parco Quagliati in collaborazione col Gruppo “La nuova Era”.