Che parrocchia siamo. Che comunità vogliamo essere.
Lunedì 8 febbraio ore 20,50
SERATA DI FORMAZIONE (online) per tutti
CHE PARROCCHIA SIAMO.
CHE COMUNITA’ VOGLIAMO ESSERE.
ASCOLTEREMO LA REGISTRAZIONE (solo audio) della riflessione che Serena Noceti, teologa, ha proposto al Consiglio Pastorale Diocesano il 30/01/2021
il link per il collegamento https://meet.google.com/mik-foby-ukg
Serena Noceti
Oro, incenso, mirra e… il quarto dono.
Oro, incenso, mirra e… il quarto dono.
Il quarto Re Magio era venuto dal Sahel
Lo attestano inesistenti vangeli apocrifi, mai ritrovati, e proprio per questo la notizia è attendibile. Il quarto Re sembra venisse dal Sahel e si è unito ai tre più famosi Re Magi tramite piste carovaniere, note fin dall’antichità. Oro, incenso, mirra e…
sabbia. I più sobri vangeli canonici hanno evitato di prendere in considerazione l’ultimo dei Re in questione per ovvi motivi. L’oro per la regalità, l’incenso per la divinità e la mirra per indicare il tipo di morte che il Messia avrebbe dovuto patire. Questi i doni simbolici che la lettura teologica del Vangelo di Matteo propone ai suoi lettori. Come inserire il quarto Re che come dono offre solo un po’ di sabbia, sarebbe stato un problema a dir poco insormontabile. La soluzione più facile è stata quella di censurare il quarto Re, originario del Sahel, e la sua manciata di sabbia. E così fu.
Anche i presepi più aggiornati e contestualizzati non lo considerano. La cosa non sorprende più di tanto perché la sabbia non ha mai goduto di particolare attenzione o favore da parte di teologi, politici o sindacalisti.
Un Re che porta sabbia per migliaia di chilometri a un altro Re, nudo e inerme come tutti i neonati, non fa buona figura. Persino sua madre, di natura sensibile, e attenta a ogni gesto nei confronti del figlio, non avrebbe saputo come interpretare il dono del Re originario del Sahel, zona che lei non aveva presumibilmente mai sentito nominare. Al massimo aveva avuto nozione della Regina di Saba arrivata fino a un altro Re, Salomone, sembra con cammelli carichi di doni preziosi. L’Etiopia non è il Sahel e tra la Regina di Saba e l’ultimo dei re Magi, c’è un abisso, che la sabbia appunto rappresenta in modo sconcertante. Della sabbia, apparentemente, c’è poco di cui andar fieri visto che anche nella società di quel tempo si badava molto alle apparenze: corone, troni, armate, censimenti, lotte intestine, vendette, conquiste di territori e soprattutto prestigio. Cose che con la sabbia hanno poco o nulla da spartire. Fu così che quando il quarto Re, l’ultimo a presentare il dono, si affacciò sulla scena della natività, destò prima stupore, poi un sorriso di circostanza
da parte degli altri Re e infine una sorta di censura dei presenti. Il bimbo era troppo piccolo per capire e Giuseppe, il papà, dormiva.
La storia ufficiale, i presepi, i racconti tradizionali, le filastrocche e i dipinti d’epoca, mai han menzionato quel quarto Re che aveva donato la sabbia al Messia atteso dalle genti per liberarle dal giogo dell’oppressione dei potenti.
Troppo umile, la sabbia, poco rappresentativa del potere inteso come dominazione, feriale e persino scomoda quando unita al vento e generatrice di polvere. Inaccettabile, quasi offensiva o comunque inappropriata per la circostanza, visto il quadro classico presentato e gli angeli convocati per la circostanza. Non si sarebbe saputo come e dove usarla, sarebbe stata di inciampo, dettaglio poco degno per un momento così solenne e da tramandare ai secoli futuri. Avrebbe suonato proprio male, come non riconoscerlo elencare oro, incenso, mirra e sabbia. Una stonatura, una storpiatura, una sconnessione o semplicemente un clamoroso errore di valutazione. Un Re che si permette di viaggiare, di unirsi alla carovana di altri Re più nobili di lui (che non era né astronomo né sacerdote né illuminato).
Si potrebbe concludere che il nostro Re, censurato subito dalle cronache presenti e future, sia stato arrogante o comunque poco saggio a confronto degli altri Re che hanno goduto di imperitura fama. E che il suo gesto avrebbe potuto scomparire per sempre dalla storia, senza la minima menzione. Ma rimane un pallido ricordo dell’avvenimento: il suo racconto, che nessuno ha finora creduto, e soprattutto lei, la sabbia. Unica testimone autorevole e fedele del nobile dono di un Re a un Re appena nato che sarebbe stato tradito da tutti.
Niamey, Epifania 2021
d MAURO ARMANINO in “Diario irregolare” su Avvenire del 5.1.2021
Tu aspetti tutti
TU ASPETTI TUTTI
Signore, nessuno vive tanto nell’attesa come te!
Nella tua misericordia tu aspetti tutti:
quelli che sono lontani e quelli che sono vicini.
Quelli che dicono “sì” e quelli che dicono “no”.
Quelli pronti prima del tempo e quelli che procrastinano.
Il figlio prodigo che ritorna come un mendicante e il fratello maggiore che lo incolpa.
Quelli che avvertono la tua presenza nei passaggi più comuni della vita e quelli che solcano i suoi corridoi infiniti accumulando sempre più silenzio e domande.
Quelli che ti ricordano a ogni momento, e gli indifferenti.
Quelli che ti vedono nella certezza e quelli che per i quali il tuo mistero si compara ai frammenti di un enigma sparsi e indecifrabili.
Quelli che riconoscono le tue tracce indiscutibili e quelli che non ti trovano da nessuna parte.
Quelli che nel ripetere il tuo nome percepiscono lo spuntare del giorno e quelli che si sentono proiettati ancor di più nello sconforto della notte.
Quelli che ti chiamano per nome e quelli per i quali sei dolorosamente innominabile.
Davvero, Signore, tu sei in attesa di tutti.
Di quanti ti cercano con ansia e di quanti non s’interrogano mai.
Di quanti ogni giorno ti pregano «Vieni, Signore!» e di coloro per i quali la preghiera è una ferita silenziosa, una convulsione, un tormento o una rivolta.
È bello sapere che, nell’immensità della tua attesa traboccante di compassione, ciascuno è ancora in tempo per la speranza.
di: José Tolentino Mendonça
su Avvenire 28 novembre 2020 – Rubrica “Pregare a occhi aperti”
Una Messa noiosa
su FAMIGLIA CRISTIANA N.28 (12 LUGLIO 2020)
I Mercoledì della Formazione
Il gruppo adulti dell’Azione Cattolica della nostra parrocchia ha organizzato 5 serate su temi di attualità, nella nostra parrocchia, chiamando ogni volta esperti sull’argomento.
Qui a disposizione ci sono i materiali degli incontri.
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Mercoledì 4 marzo 2018
DONNE E VIOLENZA
Interviene: Silvia Tagliavini, psicologa
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Mercoledì 7 febbraio 2018
FINE VITA: CHI DECIDE?
Interviene: Antonio Polselli, oncologo e presidente del Centro Culturale Paolo VI
- Leggi la scheda preparata per l’incontro
- “Dat. In vigore il biotestamento: rendere chiara una legge nata griggia”, da Avvenire 31/01/2018:
- Scarica la relazione di Antonio Polselli per l’incontro
- “Abitare responsabilmente il tempo delle DAT”, da Aggiornamenti sociali
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Mercoledì 10 gennaio 2018
I GIOVANI: “DIO A MODO MIO”
Interviene: Manuel Mussoni, prof. di religione e presidente di A.C.
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Mercoledì, 29 novembre 2017
IL DRAMMA DEL GIOCO D’AZZARDO
Interviene: Paolo Maroncelli di “Slot Mob”
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Mercoledì, 25 ottobre 2017
LAVORO: NUOVI MODELLI E NUOVE PROSPETTIVE
- La scheda che abbiamo preparato per l’incontro
- Cap. 6 del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (Il Lavoro Umano)
- Avvenire, 28/09/2017: “Lavoro, non di soli contratti. Competenze, formazione, carriera: partire dalla persona”
- Avvenire, 19/10/2017: “Il lavoro di domani sarà bello”
- Alcuni brani del pensiero di Papa Francesco sul lavoro
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