Prima Messa Solenne di Don Eugenio | 9 ottobre 2016

Proponiamo alcuni estratti della prima Santa Messa solenne del nostro cappellano don Eugenio Savino nella nostra parrocchia, domenica 9 ottobre 2016 alle ore 17.00, di fronte ad un’assemblea di oltre 500 fedeli, tra parrocchiani, scout e ragazzi dell’Azione Cattolica.

A concelebrare con lui, il nostro parroco don Renato, don Aldo di San Gaudenzo, don Giuseppe “Bilo” di San Raffaele, il diacono Roberto e il diacono Luigi.

Proponiamo l’integrale dell’omelia, a fondo pagina anche in formato testuale.

E proponiamo il rito del mandato ai Capi Scout e agli Educatori di Azione Cattolica che quest’anno pastorale svolgeranno il loro servizio educativo ai giovani della nostra parrocchia. A seguire, alcuni ringraziamenti di don Eugenio.

Ecco il testo integrale dell’omelia di Don Eugenio.

“Molti di voi oggi sono qui perché è la mia Prima Messa domenicale: mi spiace deludervi ma oggi il festeggiato non sono io…ma è Lui, il Signore Gesù!

C’è un filo d’oro nel tessuto del Vangelo di oggi, una parola che a me sembra emergere in maniera determinante: è GRAZIE. L’antifona al Vangelo, infatti, ci ha introdotto molto bene:
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Lungo il suo cammino, Gesù trova alcuni lebbrosi che gli vengono incontro. Queste persone si tengono a distanza, così come prescritto dal Levitico. All’epoca, infatti, chi era colpito da questa malattia doveva stare lontano dagli altri e gridare “impuro…impuro”, proprio perché nessuno si avvicinasse (rischiando di contagiarsi). Qualcuno ogni tanto guariva: in quel caso, la sua “riabilitazione” consisteva nel recarsi dai sacerdoti per essere visitato e dichiarato “puro dalla malattia”: così prescrive la Legge. Gesù è chiamato “MAESTRO”: vuol dire che, in qualche modo, conoscono Gesù e lo riconoscono un’autorità. Gesù li invita ad andare a presentarsi dai sacerdoti: li invita a mettersi in cammino, a fidarsi della Sua parola. Attenzione: non segue la logica “prima vi guarisco e poi andate a ringraziare”, ma “mettetevi in cammino”. Gesù invita ad incamminarsi, invita ad avere fede nella sua parola (di qui la SCELTA).
Si incamminano e avviene il miracolo: c’è la GUARIGIONE. Il Vangelo potrebbe finire qui, immaginando una festa di ringraziamento, un aperitivo, un brindisi tra amici e il racconto del miracolo a casa o al pub. E invece no: tutti e 10 sono guariti, ma solo uno – rendendosi conto pienamente di ciò che è accaduto – torna indietro per ringraziare Gesù (e il Vangelo ci dice che è uno straniero, un pagano). In quel gesto di tornare per dire grazie non c’è solo una forma di “buona educazione”, c’è qualcosa di più: c’è la gratitudine verso Dio. E gli altri lebbrosi?
Il samaritano guarito non è solo riabilitato nella società, ma nella sua vita è entrato il Signore e da quel momento in poi la strada che gli si apre è quella della salvezza! Alzati e va’ perché il tuo fidarsi del Signore ti dona la salvezza (del corpo, ma soprattutto della tua anima!).
Il salmo ce lo ricorda bene: “Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.”: ciò che il Signore compie non è mai fine a se stesso, ma perché tutti – vedendo con gli occhi (e con gli occhi della Fede) possano rendere gloria a Dio. Sant’Ireneo di Lione dice infatti che “la gloria di Dio è l’uomo vivente”.
Ma il Vangelo, che è buona notizia, ci vuole fare un passaggio in più: vuole domandare a ciascuno di noi (a me per primo): quali sono le “forme di lebbra” che oggi affliggono la mia vita e la nostra comunità? La solitudine, la non-accoglienza, l’egoismo, … tutto ciò che pone un MURO tra noi e le persone, tra noi e Dio. Su questo, credo, dobbiamo vigilare…

Ieri pomeriggio sono stato a Bologna per l’ordinazione diaconale di 2 miei amici con cui abbiamo condiviso gli anni del seminario. Mi ha colpito molto che il Vescovo Matteo all’inizio della Messa abbia salutato l’assemblea dicendogli “che bella questa CASA” parlando della cattedrale. Che bella la CASA del Crocifisso e lo è ancora di più oggi, il giorno di domenica, in cui ci troviamo assieme per ascoltare la Parola del Signore e ci accostiamo alla Mensa del Pane di vita.
Dobbiamo riscoprire un nuovo vocabolario, guardando alla “casa” come in più occasioni ci ricorda papa Francesco: saper dire “GRAZIE” (ma anche “permesso” e “scusa”), chiedere la luce dello Spirito Santo per vedere le situazioni (e le persone) con gli occhi di Dio e metterci in cammino, perché il Vangelo (se lo lasciamo entrare nel nostro cuore) ci pone sempre in cammino, anche se siamo deboli, fragili, il Signore Gesù ci invita ad incamminarci.
Oggi la nostra casa è ancora più bella perché tra poco vivremo il momento dei passaggi degli scout e la chiamata degli educatori dell’AC: i vari educatori si presenteranno a tutta la comunità e diranno il loro “sì” al Signore per servire i ragazzi di questa comunità.
Cari educatori (AC e scout), la chiamata – come sapete bene – non è un gesto plateale, ma un accogliere la missione che il Signore vi propone, è quell’invito a mettersi in cammino per servire i fratelli con uno scopo ben preciso.
Trovo molto bello che questo gesto avvenga dentro la Messa: sono stato molto contento che come regalo per l’ordinazione mi abbiate regalato il “kit” della Messa da viaggio e lo abbiate fatto Scout e AC insieme. Credo, infatti, che ben abbiate capito che l’unico modo per essere uniti è nell’Eucarestia e nel mettere al centro il nostro rapporto con il Signore Gesù nella Chiesa.
Permettetemi, allora, che vi faccia un augurio di cuore. Vi aspetta un anno ricco di gioia, di esperienze belle, di relazioni (alcune nuove altre che già ci sono saranno più profonde), ma anche di momenti in cui potrebbe sopraggiungere il buio e la fatica: non temete, trovate forza e sostegno nel Signore e continuate a camminare. Alimentatevi dalla Fonte, che è Cristo stesso, con la preghiera, l’Eucarestia e gli altri sacramenti: anche se in alcuni casi non ne avrete la forza, date ugualmente…il Signore ve ne darà con gli interessi.
Siate voi stessi, con la vostra vita e la vostra testimonianza di Fede “la BUONA NOTIZIA” per i vostri ragazzi, ma anche per casa vostra (è lì il 1° luogo di evangelizzazione); che la vostra vita possa “profumare” di Cielo.
Che bello sarà se potessimo fare nostre queste parole e farle diventare la nostra preghiera rivolta al Signore con stupore e gratitudine: “Fuori è un giorno fragile / Ma tutto qui cade incantevole / come quando resti con me” (Subsonica)”