Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: oggi il popolo di Dio porta in sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. Ce ne accorgiamo quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme. La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere il luogo del primo amore.
Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega. Il cammino quaresimale sarà concreto se, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone, un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i legami autentici sono negati. Si tratta di un impedimento a sognare.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti: Possiamo attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Esiste però una nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto al fascino della menzogna, i poveri di spirito subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene il mondo.
La Quaresima sia anche tempo di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato. Si veda piuttosto la gioia sui volti, si senta il profumo della libertà, si sprigioni quell’amore che fa nuove tutte le cose, cominciando dalle più piccole e vicine.
Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare questo.
Benedico tutti voi e il vostro cammino quaresimale.
FRANCESCO
Quaresima: Mons. Anselmi, “nel deserto con Gesù per riscoprire ciò che è essenziale”
Nei giorni di avvicinamento al Mercoledì delle Ceneri (14 febbraio), il vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi ha elaborato una serie di riflessioni indirizzate a tutta la comunità, per prepararsi dal punto di vista umano e spirituale all’imminente tempo di Quaresima. “Inizia la Quaresima, un tempo liturgico che personalmente desidero moltissimo”, le parole del vescovo. “È quello che preferisco, perché tutta la Chiesa viene condotta nel deserto con Gesù per riscoprire ciò che è essenziale, e con Mosè per un cammino di liberazione e di ingresso nella terra promessa, un vero e proprio cammino di conversione. Questi 40 giorni che ci separano dalla Pasqua offrono la possibilità di un cammino spirituale intenso, alla riscoperta di ciò che è essenziale”. Mons. Anselmi – prosegua una nota della diocesi, sottolinea l’importanza dei comportamenti che caratterizzano il periodo quaresimale che, se vissuti nella giusta prospettiva, consentono di portare a termine questo cammino spirituale in modo virtuoso. “Attraverso quelle opere che la tradizione ci consiglia, ossia digiuno, elemosina e preghiera, la Quaresima ci offre la possibilità di realizzare questo essenziale. – prosegue il presule – Il digiuno infatti ci aiuta a tralasciare le cose inutili, a non perdere tempo, ad allontanare da noi tutto ciò che è superfluo: arrabbiature gratuite, orgoglio, rancore ferito. Ci aiuta a fare attenzione al nostro vero bene. L’elemosina è una proposta di attenzione agli altri. Rinunciando a ciò che è veramente voluttuario, si possono risparmiare oggetti e denaro che potremo mettere in comune con il resto dell’umanità. Questa generosità che scaturisce dal digiuno quaresimale ci dona gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Infine, elemento prezioso e centrale è la preghiera. “Papa Francesco ha definito il 2024 ‘Anno della preghiera’, in preparazione al Giubileo 2025. – aggiunge mons. Anselmi – Ma la preghiera non sono le preghiere. Le preghiere sono utili, le impieghiamo quando siamo in gruppo o quando non sappiamo che cosa dire e allora ci appoggiamo alla saggezza e alla spiritualità di santi e padri della Chiesa. La preghiera, però, è un rapporto privilegiato con il Padre e lo Spirito Santo, che Gesù per primo ha intessuto. Invito me stesso e tutti noi a prepararci adeguatamente a questo momento pieno di grazia con Gesù nel deserto, nel cammino di liberazione che è il nostro cammino”.
Fonte: Agensir