Mese di Maggio 2020 completo
Parrocchia Sant’Andrea dell’Ausa (Crocifisso)
MESE DI MAGGIO 2020
Maria, Vergine dell’ascolto, Madre della Parola
LA BIBBIA E’ LA GRANDE STORIA D’AMORE TRA DIO E L’UMANITA’
(Papa Francesco)
Perché pregare con il Rosario?
Il Rosario, attraverso Maria, ci porta a Cristo. Con il rosario siamo invitati con Maria a contemplare il volto di Cristo. Nel ripercorrere i misteri del Rosario ci faremo guidare da alcuni versetti dei Salmi. Sono le preghiere con le quali hanno pregato sia Maria che Gesù e tutte le generazioni dei fedeli. I Salmi annunciano i grande eventi della vita di Gesù.
INTENZIONE DI PREGHIERA
Mettiamo un’intenzione
Ogni giorno un’intenzione di preghiera, condivisa da tutta la nostra comunità. Quello che viene proposto è solo un titolo che ciascuno potrà ampliare, specificando più in dettaglio che cosa chiede al Signore a riguardo di quella intenzione.
- Per il nostro Papa Francesco, perché ..….
- Per la pace nel mondo, perché ..….
- Per l’unità dei cristiani, perché ..….
- Per i perseguitati a causa della fede, perchè ..….
- Per le famiglie, perché …..
- Per i fidanzati, perché …..
- Per i genitori in attesa di un figlio, perché …..
- Per i genitori che hanno perso i loro figli, perché …..
- Per gli anziani abbandonati, perché …..
- Per le vittime della violenza domestica, perché …..
- Per il nostro Vescovo, i preti e i diaconi, perché …..
- Per le vocazioni sacerdotali e religiose, perché …..
- Per i missionari e le missionarie, perché …..
- Per i frati e per le suore, perché …..
- Per i laici ministri della chiesa, perché …..
- Per le persone impegnate in politica, perché …..
- Per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, perché …..
- Per i volontari della carità, perché …..
- Per gli ammalati, perché …..
- Per chi è nella sofferenza, perché …..
- Per i nostri defunti, perché …..
- Per i bambini e i ragazzi, perché …..
- Per i giovani, perché …..
- Per insegnanti e operatori scolastici, perché …..
- Per i poveri e gli ultimi, perché …..
- Per i lavoratori, perché …..
- Per i disoccupati, perché ….
- Per i carcerati, perché …..
- Per i migranti e gli immigrati, perché …..
- Per quelli che non hanno casa, perché …..
- Per il rispetto dell’ambiente, perché …..
INIZIAMO CON UN CANTO (a scelta)
questi titoli sono collegamenti per l’ascolto – i testi dei canti sono in fondo
Ave, Maria, splendore del mattino
Dell’aurora tu sorgi più bella
CONTEMPLIAMO
MISTERI DELLA GIOIA (lunedì e sabato)
Primo mistero: L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria Vergine.
– Io dico al Signore “Tu sei il mio Dio”(salmo 139,7)
– Benedetto il Signore, che ha fatto per me meraviglie di grazia.(salmo 31,22)
– Tutto ciò che vuole il Signore, lo compie in cielo e sulla terra, nei mari e in tutti gli abissi. (salmo 134,6)
Secondo mistero. La visitazione di Maria ad Elisabetta.
– Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza. (Salmo 102,4)
– Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino. (Salmo 27,11)
– La mia bocca racconterà la tua giustizia; ogni giorno la tua salvezza. (Salmo 71,15)
Terzo mistero: La nascita di Gesù a Betlemme.
– Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. (Salmo 2,7)
– In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. (Salmo 72,17)
– O Dio, mio re, voglio esaltarti, e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. (Salmo 145,2)
Quarto mistero: La presentazione di Gesù al Tempio.
– Non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto “Ecco, io vengo”. (Salmo 40,7-8)
– Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. (Salmo 98,2)
– Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. (Salmo 98,9)
Quinto mistero: Il ritrovamento di Gesù nel tempio.
– Il Signore si confida con chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. (Salmo 25,14)
– Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore. (Salmo 95,8)
– Non togliere dalla mia bocca la parola vera…Osserverò continuamente la tua legge in eterno e per sempre. (Salmo 119,43-44).
MISTERI DELLA LUCE (giovedì)
Primo mistero: Il Battesimo nel Giordano.
– Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce. (Salmo 18,14)
– Annunciano i cieli la sua giustizia e tutti i popoli vedono la sua gloria. (Salmo 97,6)
– Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre. (Salmo 18,14)
Secondo mistero. Alle nozze di Cana Gesù trasformò l’acqua in vino.
– Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera, non ha negato la sua misericordia. (Salmo 66,20)
– Grande tu sei e compi meraviglie. Tu solo sei Dio. (Salmo 86,10)
– Il nostro Dio è un Dio che salva. (Salmo 68,21)
Terzo mistero: La predicazione – Gesù annuncia il Regno di Dio.
– La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima, la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. (Salmo 19,8)
– Manda sulla terra il suo messaggio e la sua Parola corre veloce. (Salmo 147,15)
– Se ascoltaste oggi la sua voce! (Salmo 95,8)
Quarto mistero: La Trasfigurazione.
– Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto”. (Salmo 27,8)
– Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto. (Salmo 67,1)
– E’ in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. (Salmo 36,10)
Quinto mistero: La istituzione dell’Eucarestia.
– Diede loro pane del cielo, l’uomo mangiò il pane dei forti, diede loro cibo in abbondanza. (Salmo 78,24-25)
– Davanti a me tu prepari una mensa. (Salmo 23, 5)
– Egli rende giustizia agli oppressi, da il pane agli affamati. (Salmo 14,67)
MISTERI DEL DOLORE (martedì e venerdì)
Primo mistero: Il Getsemani, l’agonia di Gesù.
– Perché le genti congiurano contro il Signore e il suo consacrato. (Salmo 2,1-2)
– Trema tutta l’anima mia. Ma tu, Signore, fino a quando? (Salmo 6,4)
– Ma io confido in te, Signore, dico “Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni”. (Salmo 31,15-16)
Secondo mistero: La flagellazione di Gesù alla colonna.
– A te protendo le mie mani, sono davanti a te come terra assetata. (Salmo 143,6)
– Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori. (Salmo 22,17)
– Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore, custodisce tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato. (Salmo 34,20-21)
Terzo mistero: La coronazione di spine.
– Il loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza. (Salmo 17,10)
– Non c’è delitto in me, non c’è peccato, Signore, senza mia colpa accorrono e si schierano. (Salmo 59,4)
– Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. (Salmo 38,10)
Quarto mistero: La via dolorosa, Gesù porta la croce al Calvario.
– Nell’andare se ne va piangendo, portando la semente da gettare. (Salmo 126,6)
– I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. (Salmo 118,10)
– Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. (Salmo 118,105)
Quinto mistero: Crocifissione e morte di Gesù.
– Alle tue mani affido il mio Spirito, tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. (Salmo 31,6)
– Posso contare tutte le mie ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano le sorti. (Salmo 22, 18-19)
– Guardate a Lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. (Salmo 34,6)
MISTERI DELLA GLORIA (mercoledì e domenica)
Primo mistero: La risurrezione di Gesù da morte.
– Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo. (Salmo 118,24)
– Se cammino in mezzo al pericolo tu mi ridoni vita. (Salmo 138,7)
– Il nostro Dio, è un Dio che salva; Al Signore Dio appartengono le porte della morte. (Salmo 68,21)
Secondo mistero: L’ascensione di Gesù al cielo.
– Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. (Salmo 47,6)
– La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo, una meraviglia ai nostri occhi. (Salmo 118,22)
– Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. (Salmo 110,1)
Terzo mistero: La discesa dello Spirito Santo.
– Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. (Salmo 104,3)
– Mostrami i prodigi della tua misericordia. (Salmo 17,7)
– Amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno. (Salmo 111,11)
Quarto mistero: L’assunzione di Maria Vergine al Cielo.
– Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima. (Salmo 16,9)
– Gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. (Salmo 16,11)
– Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa. (Salmo 16,9)
Quinto mistero: L’incoronazione di Maria, nella gloria degli angeli e dei santi in cielo.
– Figlie di re fra le tue predilette. Alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. (Salmo 45,10)
– Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito. (Salmo 45,14)
– Il tuo nome voglio ricordare fra tutte le generazioni, così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. (Salmo 45,18)
SALVE REGINA, madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva;
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Venerdì 1 Maggio
Atto di Affidamento dell’Italia a Maria
Raccogliendo la proposta e la sollecitazione di tanti fedeli, la Conferenza Episcopale Italiana affida l’intero Paese alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. Lo farà venerdì 1° Maggio, alle ore 21, (seguiamo in TV) con un momento di preghiera, nella basilica di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio (diocesi di Cremona, provincia di Bergamo).
⊕ RIFLESSIONI
Lunedì 4 Maggio
“FATE QUELLO CHE VI DIRA’”
“Fate quello che vi dirà”, sono le ultime parole di Maria nel Vangelo, poi lei scompare dietro le parole del Figlio, non parlerà più. Sono il suo testamento, e come ogni testamento deve essere una legge carissima per i figli, per ogni figlio. Poi non parlerà più! E cosa poteva dire di più forte! Fate tutto quello che lui ha detto. Fate il Vangelo, fate cose da Vangelo, fatelo tutto intero.
Per vivere il Vangelo dobbiamo decidere di prenderlo in mano, di leggerlo, meditarlo, per riuscire a capire in quale Dio crediamo quando affermiamo: “Io credo in Dio”. E quello che cercheremo di fare in queste sere di maggio in cui ci ritroviamo a pregare con il Rosario e a meditare su alcuni passi del Vangelo aiutati dalle riflessioni del teologo Paolo Curtaz.
La Parola accolta può suscitare in noi una conversione profonda e radicale, come ci ricorda la lettera agli Ebrei (4,12): Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
E Gesù e venuto per svelarci il vero volto di Dio, il volto del Padre. Un Dio che va verso la pecora perduta. A noi non resta che farci prendere in braccio. “Se non diventerete come bambini, non entrerete…”. Il Padre rallenta il suo passo sul ritmo del nostro, impolvera i suoi piedi sulle nostre strade. E’ il Dio della Bibbia che abbrevia il suo passo sulla misura del nostro, dentro la polvere dei nostri sentieri.
Ti ringrazio, Signore,
perché vieni sull’asinello e non sui cherubini,
vieni nell’umiltà non nella grandezza.
Vieni nelle fasce non nell’armatura di un guerriero,
vieni nella mangiatoia non nelle nubi del cielo,
fra le braccia di tua Madre
non sul trono della tua maestà.
Vieni verso di noi e non contro di noi,
vieni per salvare non per giudicare,
per visitarci nella pace non per condannare nel furore.
Se vieni così, Signore Gesù,
invece di fuggirti noi corriamo verso di te.
Martedì 5 maggio
“SIMONE IL LEBBROSO”
Dal Vangelo di Luca (7,36-50): “Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!”.
Gesù allora gli disse: “Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose: “Di’ pure, maestro”. “Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo . Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”.
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.
Questo testo rivela la grandezza interiore del Signore Gesù, la sua attenzione verso gli ultimi, la sua compassione e libertà, la sua capacità di mettere in discussione le persone senza offenderle. E’ la storia di un pranzo finito in malo modo, di una situazione imbarazzante che, pure, Gesù affrontò con straordinaria capacità. L’irruzione della prostituta del paese durante il pranzo nella casa di un ricco fariseo crea uno scompiglio che possiamo immaginare…
Noi seguiremo il percorso di Simone, il ricco fariseo che invita il Maestro di Nazareth, personaggio solo apparentemente marginale.
Mercoledì 6 Maggio
“LO INVITO’ A PRANZO”
“Uno dei farisei lo invitò a pranzo”.
Veniamo a sapere solo nel prosieguo del racconto che il padrone di casa si chiama Simone, l’unico fariseo, insieme a Nicodemo nel Vangelo di Giovanni, ad essere chiamato per nome. Matteo nel suo Vangelo(26,6) “Mentre Gesù si trovava a Betania, in casa di Simone il lebbroso…”, ci dice che Simone è stato malato di lebbra, ha conosciuto il dramma di una malattia devastante, ripugnante, che isola dalla società, vista da molti come una punizione divina.
Perché lo invita? Nel testo non viene specificato, ma possiamo farci un idea. Gesù non è ben visto dai farisei: lo accusano di essere un popolano senza cultura, di trasgredire i precetti della legge orale e in più di un occasione si erano scontrati con lui come possiamo leggere nel Vangelo di Luca: “Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?…Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e cattiveria…Guai a voi farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze…”. Forse Simone vuole trarlo in inganno, tendergli una trappola, non sarebbe la prima volta. O forse, Simone vuole dimostrare ai suoi compagni di fede di avere una mente aperta, che non giudica qualcuno senza prima avere indagato a fondo la sua posizione come ci ricorda il Vangelo di Giovanni: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?” Gesù è un profeta o no? Simone vuole chiarire personalmente la questione.
Senza forzare la Parola, si ha l’impressione, leggendo, che Simone sia molto attento all’apparenza, al giudizio, a ciò che dice la gente. Gesù accetta l’invito, senza problemi. Non è classista, non c’è l’ha con i farisei, non fa di tutta l’erba un fascio. Partecipa al pranzo, come farà in altre occasione, Luca (11,37) “Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola”. Luca (14,1) “Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo. Ma partecipa da uomo libero, quale è. Gentile, ma non servile. Non ha paura di intervenire davanti alle situazioni di ingiustizia.
Giovedì 7 Maggio
“ED ECCO”
Tutto sembra procedere per il verso giusto. Ma arriva il colpo di scena. “Ed ecco”. Con grande abilità narrativa Luca fa entrare in scena una donna evidentemente non invitata. La conoscono tutti, è una donna del villaggio, la prostituta del villaggio. Ha saputo che c’è il Nazareno ospite di Simone il lebbroso, entra, senza chiedere permesso, non ha paura delle conseguenze del suo gesto. Si accovaccia dietro, ai piedi del Signore. Piange. Le sue lacrime bagnano i piedi di Gesù. I suoi capelli li asciugano. Bacia i piedi. Li unge con l’olio che ha portato con sè.
Luca descrive l’accaduto senza intervenire, senza aggiungere, senza commentare. Ma per chi conosce bene la Scrittura, per un ebreo, per un fariseo, quella scena è sconcertante, sconveniente, oscena. Toccare i piedi, baciare i piedi, asciugare i piedi. Tre volte viene ripetuto il termine piedi. Lavare i piedi nella Scrittura, è un eufemismo per indicare il rapporto sessuale. Dal Secondo libro Samuele(11,8) “Poi Davide disse a Uria:”Scendi a casa tua e lavati i piedi”. La donna compie gesti di seduzione, entra con i capelli sciolti. Le donne ebree velavano il capo, fin dalla pubertà. I capelli sciolti erano una potente arma di seduzione, dal libro di Giuditta(16,8) “…cinse i suoi capelli con un diadema e indossò una veste di lino per sedurlo”. Solo il marito li poteva accarezzare. Solo le prostitute tenevano i capelli sciolti.
Questa donna usa l’unico linguaggio che ha, che la rende visibile agli occhi degli uomini. Condannate a prostituirsi, come molte altre bambine abbandonate per strada e raccolte dai mercanti di schiavi, non ha avuto alcuna scelta, alcun affetto, alcuna attenzione. Gesù lo sa bene. Non vede malizia o seduzione in quei gesti. Vi legge un immenso dolore, tanto desiderio di bene, tanta solitudine. Quelle lacrime, silenziose, sincere, danno un interpretazione ben diversa a quello che sta succedendo. Gesù vede solo un disperato bisogno di amore in quel gesto. Non cosi Simone.
Venerdì 8 maggio
“SE FOSSE UN PROFETA”
Il gelo è piombato nella casa, una situazione che suscita immenso imbarazzo. Tutti tacciono, Simone pensa. E non pensa male, non è malizioso. Non avanza insinuazioni sulla condotta del Maestro, ma sul suo carisma profetico. Lasciarsi toccare da una prostituta, una donna impura, significa contrarre l’impurità. Quindi, evidentemente, Gesù non sa che tipo di donna sia questa, altrimenti non si lascerebbe nemmeno sfiorare. Quindi non è un profeta. Gesù, invece si lascia toccare e amare da quella donna. Lei ne ha bisogno più di tutti.
Il ragionamento di Simone, tipico di certe persone, tipico di noi credenti di lungo corso che rischiamo di vivere in mondi chiusi, ovattati, autoreferenziali, dà per scontato che l’impurità si trasmette, che contagi. E che non esista un contagio al contrario, la trasmissione della salvezza. Ha uno schema mentale. Puro e impuro, buono e cattivo, sacro e profano, giusto e sbagliato. Al centro mette la norma, la regola, la casistica. Giudica la donna. Giudica Gesù. Tutto è chiaro, ora. Certamente Gesù non è un profeta. Io sono come il fariseo, sinceramente. Avanzo per stereotipi, per pregiudizi. Mi rassicurano, identificano chi ho davanti, semplificano il mondo e le relazioni. Destra, sinistra. Italiano, straniero. Nord, Sud. Uomo, donna. Vecchio, giovane. Protestante, cattolico. Etero, o no. Tutto torna, le persone vengono incasellate. Credo di sapere cosa pensa un vecchio uomo di destra del Sud, etero e cattolico. O una giovane donna straniera. O… Non ho la mente libera. Bado molto all’apparenza. E anche al giudizio degli altri su di me. Figuriamoci. No, non sono libero. Meno male che Gesù mi scuote.
Lunedì 11 maggio
“SIMONE, HO QUALCOSA DA DIRTI”
Gesù lo chiama per nome. Il ricco ora ha un nome: Simone. E’, anzitutto, Simone. Prima di essere un fariseo, un lebbroso guarito, un ricco, uno attento alle apparenze, una persona che giudica. E’ Simone, e a Simone, Gesù chiede di giudicare Simone.
“Maestro dì pure”. Gesù gli parla di un fatto di cronaca, semplice, banale. Ci sono due debitori, uno deve al creditore un anno e mezzo di stipendio. Un altro un decimo di quella cifra. Da una parte diciamo ventimila euro, dall’altra duemila euro. Il creditore decide di condonare il debito, visto che nessuno ha di che saldarlo. Anzi di graziare entrambi. Ha a che fare con la grazia, con la gratuità, con la generosità, quel gesto. Non è dovuta quella decisione, non è nemmeno prevista.
Gesù chiede a Simone: “Chi dei due lo amerà di più. Chi sarà più felice”. Ovvio: Colui che aveva un debito maggiore. Simone è interdetto. Dove sta la fregatura? La sua risposta esprime la perplessità: “Ritengo sia colui al quale ha condonato di più”. La risposta è evidente. Perché questa domanda? Si tiene sul vago, ammette che ci siano altre possibilità. Dovrebbe essere palese, ma evidentemente qualcosa gli sfugge. Sta imparando qualcosa di nuovo. Che, al di là delle apparenze, ci sono verità profonde. Ha chiamato Gesù Maestro. E Gesù, da buon maestro, forse con un pizzico di ironia, lo valuta: “Hai giudicato rettamente”. Bene, bravo, sette più.
Martedì 12 maggio
“SIMONE, VEDI QUESTA DONNA”
Gesù invita Simone a fare ciò che non ha saputo fare: “Vedi questa donna?”. No non l’ha proprio vista, finora. Affatto. Ha visto una prostituta, ha visto gesti ambigui. Ha visto, inorridito, che Gesù si è lasciato toccare da lei. Ha visto tutto, salvo l’essenziale. C’è una persona davanti a lui. Quella che Gesù indica è una donna, ha una storia, delle emozioni, dei sentimenti. La sua vita, i suoi errori, il suo dolore, il suo stesso peccato, sono subalterni a questa prima, assoluta, totalizzante epifania: esiste.
Il maestro ora argomenta. Abitualmente, quando un ospite di riguardo entra in casa, il padrone lo invita a sedersi e i servi di casa porgono l’acqua in un catino perché vi si rinfreschi i piedi impolverati, poi lo accoglie con un bacio di benvenuto e a indicare l’amore di averlo suo ospite, lo unge con qualche goccia di olio profumato sul capo. Simone non ha fatto niente di tutto ciò. La donna, invece, ha lavato i piedi di Gesù con le sue lacrime, e li ha asciugati con i suoi capelli, li ha unti con il profumo, in segno di rispetto e venerazione. Gesù ha letto quei gesti come espressione d’amore.
Gesù invita Simone a purificare il suo sguardo. E’ stato educato, Simone. Ha fatto quello che doveva. La donna, no. Ha strafatto e questo, Gesù, lo chiama amore. Gesù vede sempre al di là delle apparenze, guarda nel profondo di ciascuno di noi. La prudenza, il senso di giustizia, la devozione di Simone sono diventati una gabbia che gli impediscono di vedere il cuore. La lebbra non ha cambiato il cuore di Simone. Forse, ora, l’incontro con il Signore cambierà qualcosa in lui.
Mercoledì 13 maggio
“HA MOLTO AMATO”
Ora si tratta di concludere: “Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”. Cambia prospettiva il Signore. Esce dalla casistica, esce dal piccolo recinto sacro di Simone. Se l’incontro con Dio ha a che fare con l’amore, questa donna ha dimostrato un amore che Simone non ha espresso in alcun modo. Anzi, per essere precisi, c’è una magnifica diatriba fra gli esegeti. La donna ama perché è stata perdonata? O è perdonata perché ama. A voi la scelta.
Probabilmente sono vere entrambe le cose. I suoi molti peccati sono perdonati come puoi vedere dal fatto che ha molto amato, si potrebbe tradurre. E, allora, l’amore della donna è effetto del perdono gratuito che ha ricevuto. O, anche, i molti peccati le sono perdonati, perciò ha molto amato. Una cosa è certa: tale amore è effetto e causa del perdono: in quanto perdonata, ama, come risposta al perdono; in quanto ama, è aperta ad accogliere il perdono che è la forma più grande dell’amore.
Quando si entra nel linguaggio dell’amore, anche nella fede, passione e perdono si inseguono. Ci si sente amati e si cambia vita. Ricevendo il perdono impariamo ad amare. Imparando ad amare siamo capaci di accogliere e donare il perdono. Un magnifico circuito virtuoso che approda alla piena conoscenza di Dio. L’incontro con Dio usa il linguaggio degli affetti, delle emozioni, dei cambiamenti radicali, delle passioni, degli eccessi. Non quello della regola, della misura, della norma, del giudizio, del bilancino. Quando lo capiremo?.
Giovedì 14 maggio
“I TUOI PECCATI”
Simone il lebbroso ora ha tutti gli elementi per capire. E, forse, per cambiare, per svoltare definitivamente pagina. Chissà. L’epilogo del racconto si concentra sulla donna. Non ha detto nulla. Non ha chiesto nulla. Ha solo agito assecondando il potente flusso del suo amore e del suo cuore. Gesù non le ha chiesto nulla. Sono i gesti ad avere parlato. Gesti che Gesù, pur potendolo, non ha interpretato in maniera equivoca. Poi disse alla donna: “I tuoi peccati sono perdonati”.
Luca, da grande scrittore, usa un verbo di tempo perfetto che, in greco, prolunga l’azione. Gesù le dice: “I tuoi peccati sono stati perdonati, sono perdonati e rimangono perdonati”. Il perdono di Dio è definitivo. Inappellabile. Irrevocabile. Dio non si pente mai di aver donato il suo perdono. Mai. Anche quando non lo viviamo, anche quando lo gettiamo alle ortiche. L’uomo è incline al male, lascia parlare la sua ombra, dona il peggio di sèe. E Dio lo precede con il suo perdono, con il suo amore, che lo spinge al cambiamento, alla conversione.
Nessuna lista di adempimenti per meritare il perdono. Nessuna. L’amore di Dio è gratuito: Lo so, lo so. C’è sempre qualcuno che, quando lo dico o lo scrivo, ogni volta, obietta che così è troppo facile. E che Dio diventa un inutile bonaccione. Come se dicessi: poiché la persona che frequento mi ama alla follia e si fida di me posso tradirlo quanto voglio… Complimenti! Dio ama a prescindere. Se vi dicessi: se ti comporti bene, Dio ti ama e ti dona il suo perdono, che buona notizia sarebbe? Il Vangelo dice: Dio ti ama e, sperimentando il suo amore, trovi la forza di cambiare vita. Un po’ troppo. Lo so. Pendetevela con Gesù, non con me.
Venerdì 15 maggio
“EPILOGO”
Tutto un po’ troppo vero. La gente è scossa, giusto. Anch’io. Quelli che erano a tavola con lui, cominciarono a dire in loro stessi: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Bella domanda, visto che tutti sanno bene che solo Dio perdona i peccati. E Gesù non da nessuna risposta, come non l’ha data agli emissari di Giovanni Battista, incarcerato a Macheronte, dubbiosi sulla vera identità del Nazareno. Dal Vangelo di Luca (7,19-23) “…Giovanni li mandò a dire al Signore: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?…riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia.”
Basta vedere che cosa è accaduto per avere una risposta. La gente ora vede cos’è il perdono. Si rivolge ancora alla donna, un’ultima volta. “La tua fede ti ha salvata; va in pace” In questi gesti Gesù ha visto la fede profonda di questa donna. Un bel progresso, non c’è che dire: da peccatrice, a donna, a donna felice. Solo Dio riesce a operare cambiamenti di questa portata.
La legge (Simone) aveva invitato Gesù, ma è il peccatore che lo ha accolto, perché si è sentito accolto e perdonato. E fra la prostituzione della donna, condannata per nascita a quell’infamia, e la prostituzione di Simone, che pensa di pagarsi la salvezza osservando i precetti e giudicando chi non li osserva, forse c’è una similitudine.
Manca il lieto fine, l’ammonizione consolatrice e liberatoria, la simpatica tiratina d’orecchi. Come con la donna adultera in Giovanni: “Vai e d’ora in poi non peccare più”. Non lo dice, il Signore. Non dipende da questa povera donna praticare o meno la prostituzione. Forse troverà una soluzione, forse, proprio nel gruppo dei discepoli o delle discepole che lo seguono, si rifarà una vita. Ma Gesù, per ora, la invita ad aprirsi all’amore che sta ricevendo, senza aggiungere altro. Un passo alla volta.
Lunedì 18 maggio
“LA FOLLA”
Iniziamo questa sera una riflessione su come Gesù vede la folla, la folla che lo circonda, che lo esalta, che lo condanna.
Dal Vangelo di Luca (23,48) “Cosi pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto”. Gesù è un personaggio pubblico, di grande fascino, autorevole, un rabbino che suscita, soprattutto in Galilea, l’entusiasmo della gente. Il Nazareno ha una missione: annunciare alle folle l’autentico volto di Dio, il volto del Padre misericordioso. Così facendo attira a sé prima alcuni discepoli poi, con il passa parola, migliaia di persone affascinate dalla sua predicazione e dai suoi miracoli.
Il termine folla raffigura uno strano concetto: è più della somma dei singoli, nel nostro immaginario collettivo, attrae e inquieta. Nel secolo scorso, folle oceaniche sono state protagoniste dei destini del mondo, radunate e aizzate per sostenere un ideologia, un dittatore, una guerra. Sono le folle, di fatto, ad aver cambiato la storia del mondo. La folla può trasformarsi in un drago impazzito, perché il gruppo può degenerare in branco assetato di sangue. La singola persona vede travolta la sua individualità, cambia idea, si fa trascinare, pensa che il pensiero della maggioranza sia migliore della propria opinione. Necessaria, ma ingestibile, la folla è strumento indispensabile per qualsiasi cambiamento sociale o politico che sia. Porta in paradiso o precipita all’inferno.
Nei Vangeli leggiamo che proprio il giudizio della folla è all’origine della fama iniziale di Gesù e della sua disgrazia finale, fino alla crudele morte in croce. Eppure, sempre nei Vangeli, inaspettatamente, il giudizio sulla folla è sorprendente. Perché a leggere con attenzione i testi, gli evangelisti teorizzano una sorta di redenzione della folla, la possibilità di una conversione di un intero gruppo sociale. Straordinario.
Martedì 19 maggio
“FOLLA CHE APPLAUDE” (1)
La folla come immaginiamo, è inizialmente protagonista positiva nella vita pubblica di Gesù. Il popolo ascolta con passione le sue parole, la sua fama si diffonde: Dal Vangelo di Luca (5,15) “Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie”.
Gesù è consapevole del suo ruolo, della sua missione, accoglie le persone che giungono da ogni luogo. Dal Vangelo di Matteo (4,25) “Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano”.
Gesù è intenerito dalla loro presenza, si occupa di loro, li sfama con la Parola, li sazia insegnando a condividere il poco che hanno perché sono come pecore senza pastore. Dal Vangelo di Marco (6,34): “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”.
Chiunque di noi intuisce che dietro alla fama che circonda Gesù ci sono ragioni non troppo nobili: molti lo cercano per la sua fama di guaritore, per i miracoli che gli vengono attribuiti. Eppure il Maestro, supera le apparenze, vede in quel movimento, anche se non sempre originato dal desiderio di una sincera conversione, l’elemosina di una risposta, il desiderio profondo di un senso, l’inquietudine che tutti ci abita, l’afflato di un oltre e di un altrove. Non fa un processo alle intenzioni, il Signore: accoglie, ascolta con sguardo benevolo, non severo, non malizioso, affatto giudicante. Sa bene che la gente lo cerca per un tornaconto immediato, una guarigione, un miracolo. Eppure, nonostante questo, non respinge nessuno: cerca di far crescere, di motivare, di indirizzare la folla verso una conversione profonda.
Mercoledì 20 Maggio
“LA FOLLA CHE APPLAUDE” (2)
Continuiamo la riflessione iniziata ieri sera. Quante volte accade la stessa cosa nelle nostre comunità cristiane; molti, ancora, bussano alle porte delle nostre chiese spinti da mille motivazioni, non sempre spirituali! Abitudine, tradizione, una certa pigrizia mentale, il cristianesimo rappresenta per molti un punto di riferimento, ma, spesso, superstizione o superficialità indeboliscono una fede basata più sulla religiosità popolare che sull’annuncio evangelico.
E siamo tentati, noi discepoli di lungo corso, umilmente convinti di essere maggiormente motivati, di avere una fede più salda e corretta, di guardare con sufficienza questi fratelli e sorelle. Di sentirci obbiettivamente diversi, custodi di una fede più adulta, feconda, consapevole…
Come fa il Maestro, invece, siamo chiamati ad accogliere, a non giudicare, ad avere uno sguardo benevolo sulle persone che bussano alla nostra porta, chiunque esse siano. Quanto mi piacerebbe poter scrivere con verità all’ingresso delle nostre chiese: Vieni, chiunque tu sia! Quanto è difficile, oggi, trovare luoghi di accoglienza e di ascolto, di condivisione e di assenza di giudizio!
Il desiderio di Dio che abita ogni uomo permane, anche se sepolto da mille sollecitazioni: Storditi dalle troppe informazioni, aggressivi, vittimisti, gli uomini di oggi continuano, comunque, a portare nella profondità infinita delle loro umanissime vicende la scintilla di Dio. Quella che siamo chiamati a individuare, a far emergere in loro e in noi. Come ha saputo fare Gesù.
Giovedì 21 Maggio
“L’ASPETTO OSCURO DELLA FOLLA”
La luna di miele con la folla è destinato a finire. Gesù suscita molte speranze. Dal Vangelo di Giovanni (6,14): “Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto , diceva: Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo”. Ma, con il passare del tempo, le folle si accorgono che la situazione non cambia: i romani occupano la terra di Israele, Gesù stesso, invece di sollevare il popolo, fa strani discorsi sul perdono; dal Vangelo di Luca (6,27-29): “Ma a voi che ascoltate, io dico:amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra, a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica”.
Rifiuta di essere proclamato re, pronuncia discorsi incomprensibili e duri, da allontanare molti discepoli. No, non è lui il Messia, si dimostra un abbaglio, una delusione. Gesù non cambia idea, non cerca di piacere alla folla, non cerca consensi, non corre dietro agli umori dell’opinione pubblica; sceglie di andare avanti; dal Vangelo di Luca (9,51): “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”.
La folla si rende conto dello spessore spirituale e umano del falegname proclamatosi maestro che, con la sua stessa presenza scuote, interroga, inquieta. Dal Vangelo di Matteo (21,10-11): “Quando Gesù fu entrato in Gerusalemme, tutta la città fu scossa, e si diceva: “Chi è costui? E le folle dicevano: Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazareth di Galilea”. Nulla di buono viene da Nazareth, come è possibile che da quel luogo provenga un profeta? Chi è sul serio costui? Il Nazareno, pone degli interrogativi, infastidisce, costringe a schierarsi.
Anche oggi di fronte alle novità ci chiudiamo, preferiamo rimanere nel guscio protetto delle nostre convinzioni senza doverci continuamente interrogare o confrontare. La presenza di Gesù pone continuamente degli interrogativi, noi preferiamo tapparci le orecchie per non lasciarci scuotere dalla sua presenza.
Venerdì 22 Maggio
“LA FOLLA OMICIDA”
Gesù è diventato un vero problema e l’ultima cosa di cui ha bisogno Gerusalemme è una rivolta; Caifa intuisce che è meglio che un uomo solo muoia piuttosto che rischiare l’intervento dei romani. Il Sinedrio ha bisogno della sentenza romana. Il procuratore Ponzio Pilato deve essere convinto, manipolato, spinto a concedere tale condanna. Perciò la folla va arringata, spinta, aizzata. E ciò avviene. Dal Vangelo di Marco (15,8-14): “La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: Volete che io rimetta in libertà per il re dei Giudei? Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei? Ed essi di nuovo gridarono: Crocifiggilo! Pilato diceva loro: Che male ha fatto? Ma essi gridarono più forte: Crocifiggilo!”.
La folla si lascia persuadere. D’altronde, se i capi dei sacerdoti ne chiedono la morte avranno le loro ragioni. Sono persone autorevoli, devote, religiose. Sapranno quello che fanno. A nessuno passa per la mente la semplice realtà: stanno condannando un innocente. A nessuno importa veramente chi sia o cosa voglia quel giudeo che, in effetti non ha commesso nessuna colpa.
La Torah che tutela l’innocente viene calpestata da coloro che avrebbero dovuto difenderla. Dal Libro dell’Esodo (23,6-7): “Non ledere il diritto del tuo povero nel suo processo. Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole”.
E’ il potere delle urla e dei tumulti. L’arma finale della folla inferocita. Alla folla assetata di sangue viene concesso di tutto. E tutto viene perdonato, come visto mille volte nella storia, anche recente. Fantastico.
Lunedì 25 Maggio
“LA VIA D’USCITA”
Sembra il copione di un film che si ripete in diverse epoche e a diverse latitudini. Bisogna tenere buono il popolino, non farlo arrabbiare, altrimenti sono guai. Gesù si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma è davvero così? No. Il grande messaggio del Vangelo è che anche la folla può cambiare idea, rinsavire, convertirsi. E lo fa attraverso la presa di coscienza, personale e collettiva.
Gesù muore come è vissuto, esprime tale coerenza con il suo messaggio . Ma nel contempo indica con decisione l’errore che il popolo sta commettendo, sia verso chi lo sta portando al patibolo ma, anche, verso coloro che innalzano per lui un lamento. Dal Vangelo di Luca (23,27-30): “Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi!, e alle colline: Copriteci! Perché, se si tratta cosi il legno verde, che avverrà del legno secco?”.
Non consola le figlie di Gerusalemme, le scuote. I condannati a morte erano accompagnati da una sorta di confraternita della buona morte, donne straziate che piangevano… donne pagate per disperarsi… Gesù non accetta questa farsa. Non gradisce le messinscena, solo apparentemente devote. Vuole conversione di cuore, perciò invita con forza le donne e la gran folla di popolo a interrogarsi. Gesù non asseconda la folla, ammonisce come ultimo gesto di amore e verità.
Non sempre chi ti da uno schiaffo desidera il tuo male. Non sempre chi ti accarezza ti vuole davvero bene. A volte chi ti ama ha il coraggio di farti rinsavire anche in modo “brutale” o almeno ci prova.
Martedì 26 Maggio
“PEDAGOGIA DIVINA” (1)
Troviamo la folla in un altro brano del Vangelo di Marco (10,46-52): “Gesù, mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: Figlio di Davide, abbi pietà di me! Gesù si fermò e disse; Chiamatelo! Chiamarono il cieco, dicendogli: Coraggio! Alzati, richiama! Egli , gettò via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: Che cosa vuoi che io faccia per te? E il cieco gli rispose: Rabbì che io veda di nuovo! E Gesù gli disse: Va, la tua fede ti ha salvato. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”.
Bartimeo è cieco, mendica, è immobile, sta ai margini. Sente passare il Signore, grida la sua disperazione. E cosa fa la folla? Lo zittisce. Ritroviamo la folla anche nel Vangelo di Luca (19,3): “…Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di lì”.
Anche con Zaccheo la folla fa muro impedendogli di veder passare Gesù. A volte, purtroppo, le nostre comunità cristiane diventano un muro, un ostacolo, impediscono a chi desidera incontrare Gesù di vederlo passare. Dobbiamo diventare albero, sicomoro, su cui chiunque possa arrampicarsi. Queste sono le Chiese, alberi che tendono verso l’alto, che permettono ai curiosi, ai cercatori, di salire per vedere Gesù. Non sta a noi decidere chi è degno di salire. Non sta a noi porre condizioni.
Mercoledì 27 Maggio
“PEDAGOGIA DIVINA” (2)
Riprendiamo la riflessione sui brani di Vangelo letti ieri sera. La folla zittisce Bartimeo, non deve disturbare. E’ cieco, cosa vuole ancora? Chissà quali peccati ha commesso per trovarsi in quella condizione? Che cosa vuole? Lo invitano a tacere ma, giustamente, Bartimeo grida a perdifiato. La sua voce supera il trambusto eccitato dei devoti che attorniano Gesù, che infine, lo sente. E che cosa fa? Chiede alla folla di andare a chiamare Bartimeo. Alla stessa folla che fino a un minuto prima lo invitava a tacere.
Con le donne di Gerusalemme Gesù aveva scosso, provocato, qui, invece, offre un’opportunità, responsabilizza, coinvolge. Si fida di loro, fa emergere la parte migliore della folla, che adempie alla missione in maniera straordinaria. Coraggio! Alzati! Ti chiama!
Coraggio! La prima parola da rivolgere a chiunque. Senza giudicare, argomentare, pregiudizi… Fare coraggio, invitare alla speranza, accogliere sempre.
Alzati! Non assecondiamo il vittimismo, invitiamo le persone ai margini a recuperare dignità, a riprendere in mano la propria vita, ad alzarsi.
Ti chiama! La ragione del coraggio, dell’alzarsi è perché prendiamo coscienza di essere chiamati a qualcosa di immensamente più grande, di importante, che ci restituisce dignità. Dio ci vuole collaboratori del suo progetto di salvezza.
Sono queste le parole che dobbiamo dire ai tanti Bartimeo che incontriamo sul nostro cammino. Solo questo.
Giovedì 28 Maggio
“LA REDENZIONE”
La folla, durante il processo a Gesù, riveste un ruolo determinante. All’inizio, come abbiamo visto, si fa manipolare, indirizzare, condurre dai capi del popolo. Poco dopo, però, troviamo un’annotazione straordinaria. Gesù è in croce, i capi del popolo ancora lo insultano, come i soldati romani. La folla, invece sembra avere cambiato atteggiamento. Dal Vangelo di Luca (23,35): “Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano: Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto!”.
Ora tace, il popolo. Osserva, riflette, si lascia coinvolgere, Che cosa sta succedendo? Come sta morendo quest’uomo? Il finale è incredibile. Dal Vangelo di Luca (23,48): “Cosi pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto…” .
Come se la folla fosse rinsavita, osservando, diventando spettatori, lasciandosi coinvolgere, avesse cambiato idea. Gesù non ha più la possibilità di ammonire, di scuotere, di predicare. Muore. Eppure quella morte vale più di mille parole.
Sì, anche la folla inferocita, eccitata, violenta, può cambiare. Ritorna sui suoi passi. Si converte. Forse il nostro sguardo, a volte troppo severo e pessimista sul mondo, può cambiare. Questo mondo che Gesù ama e che ha salvato è il luogo in cui siamo chiamati a vivere. E’ vero: la folla è inquietante. Ma davanti alla manifestazione dell’amore di Dio può cambiare. Bello.
Venerdì 29 maggio
“LEGGETE LA BIBBIA”
E’ l’invito che Papa Francesco rivolge ai giovani, nella lettera da cui è tratta la riflessione di questa sera: Scrive il Papa: «Miei cari giovani amici, se voi vedeste la mia Bibbia; direste: “Cosa? Questa è la Bibbia del Papa? Un libro cosi vecchio, cosi sciupato!” Potreste anche regalarmene una nuova; no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, che ha accompagnato metà delle mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime, è il mio inestimabile tesoro.
La Bibbia per giovani, che avete appena aperto è cosi vivace, così ricca di testimonianze, che fa venire voglia di leggerla tutta d’un fiato. E poi? La nascondete, sparisce sul ripiano di una libreria, si riempie di polvere… e poi nulla… finché i vostri figli la venderanno al mercatino dell’usato. No: questo non può essere!
In alcuni paesi, ancora oggi, ci sono cristiani che sono perseguitati, perché leggono la Bibbia e danno testimonianza di Cristo. Evidentemente la Bibbia è un libro estremamente pericoloso.
Gandhi, che non era cristiano, una volta disse: “A voi cristiani è affidato un testo che ha in sé una quantità di dinamite sufficiente per far esplodere in mille pezzi la civiltà tutta intera, per mettere sottosopra il mondo e portare la pace in un pianeta devastato dalla guerra. Lo trattate però come se fosse semplicemente un’opera letteraria, niente di più”.
Avete tra le mani qualcosa di divino, un libro come il fuoco, un libro dove Dio parla. Però ricordatevi: La Bibbia è fatta per essere letta spesso, ogni giorno. Leggetela con attenzione, domandatevi: “Cosa dice questo al mio cuore? Attraverso queste parole Dio mi sta parlando? Cosa devo fare? Solo così la Parola di Dio potrà dispiegare tutta la sua forza, solo così la nostra vita potrà trasformarsi, diventando piena e bella”.
Voglio confidarvi come leggo la Bibbia: spesso la prendo, la leggo un pò, poi la metto in disparte e mi lascio guardare dal Signore. Non sono io a guardare Lui, ma Lui guarda me. Dio è davvero lì, presente. A volte non parla: e allora non sento niente, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma, paziente attendo là, e lo attendo così, leggendo e pregando. Talvolta, pregando, persino mi addormento, ma non fa niente: sono come un figlio vicino a suo padre, e questo è ciò che conta.
Volete farmi felice? Leggete la Bibbia».
Vostro Papa Francesco.
PREGHIERA LITANICA A MARIA
Maria, Donna del sì senza riserve, fa’ che niente ci spaventi
Maria, Donna che hai creduto nell’annuncio dell’Angelo, fa’ che niente ci spaventi
Maria, Donna che hai accolto il Signore, fa’ che niente ci spaventi
Maria, che non hai dubitato di Dio, fa’ che niente ci spaventi
Vergine, che conosci il dolore, rendici poveri di spirito e piccoli
Vergine, che conosci l’esilio e l’umiliazione, rendici poveri di spirito e piccoli
Vergine che conosci la povertà e il sacrificio, rendici poveri di spirito e piccoli
Maria, aiuto e conforto dei sofferenti, insegnaci a consolare
Maria, aiuto di chi è solo nel dolore, insegnaci a consolare
Maria, aiuto di chi è disprezzato e rifiutato, insegnaci a consolare
Maria che ci insegni a sperare, converti il nostro cuore all’amore
Maria che ci insegni a credere, converti il nostro cuore all’amore
Maria che ci insegni a perdonare, converti il nostro cuore all’amore
Maria, vittoria della speranza sull’angoscia, mantieni viva la nostra fede
Maria, vittoria della comunione sulla solitudine, mantieni viva la nostra fede
Maria, vittoria della pace sul turbamento, mantieni viva la nostra fede
Vergine che hai creduto nell’impossibile, aiutaci a fidarci del Signore
Vergine che non hai temuto i progetti di Dio, aiutaci a fidarci del Signore
Vergine che hai sperato anche oltre la morte del Figlio, aiutaci a fidarci del Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo – perdonaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo – ascoltaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo – abbi pietà di noi
Preghiamo:
Padre, che ci hai dato in Maria una madre che ci conosce e ci ama, accogli la preghiera che ti rivolgiamo in comunione con lei, rendici capaci di ascoltare la tua Parola, cantare la tua lode, contemplare le bellezze del creato, compatire il dolore umano. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
LITANIE LAURETANE
Signore, pietà – Signore, pietà
Cristo, pietà – Cristo, pietà
Signore, pietà – Signore, pietà
Santa Maria, prega per noi
Santa Madre di Dio, prega per noi
Santa Vergine delle vergini, prega per noi
Madre di Cristo, prega per noi
Madre della Chiesa, prega per noi
Madre della divina grazia, prega per noi
Madre purissima, prega per noi
Madre castissima, prega per noi
Madre sempre vergine, prega per noi
Madre immacolata, prega per noi
Madre degna d’amore, prega per noi
Madre ammirabile, prega per noi
Madre del Buon Consiglio, prega per noi
Madre del Creatore, prega per noi
Madre del Salvatore, prega per noi
Vergine prudente, prega per noi
Vergine degna di onore, prega per noi
Vergine degna di ogni lode, prega per noi
Vergine potente, prega per noi
Vergine clemente, prega per noi
Vergine fedele, prega per noi
Specchio della santità divina, prega per noi
Sede della Sapienza, prega per noi
Fonte della nostra gioia, prega per noi
Tempio dello Spirito Santo, prega per noi
Tabernacolo dell’eterna gloria, prega per noi
Dimora tutta consacrata a Dio, prega per noi
Rosa mistica, prega per noi
Torre della santa città di Davide, prega per noi
Fortezza inespugnabile, prega per noi
Santuario della divina presenza, prega per noi
Arca dell’alleanza, prega per noi
Porta del cielo, prega per noi
Stella del mattino, prega per noi
Salute degli infermi, prega per noi
Rifugio dei peccatori, prega per noi
Consolatrice degli afflitti, prega per noi
Aiuto dei cristiani, prega per noi
Regina degli Angeli, prega per noi
Regina dei Patriarchi, prega per noi
Regina dei Profeti, prega per noi
Regina degli Apostoli, prega per noi
Regina dei Martiri, prega per noi
Regina dei confessori della fede, prega per noi
Regina delle Vergini, prega per noi
Regina di tutti i Santi, prega per noi
Regina concepita senza peccato originale, prega per noi
Regina assunta in cielo, prega per noi
Regina del santo Rosario, prega per noi
Regina della famiglia, prega per noi
Regina della pace, prega per noi
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
perdonaci Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
ascoltaci Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi
Prega per noi, Santa Madre di Dio
E saremo degni delle promesse di Cristo
Preghiamo: Padre, che ci hai dato in Maria una madre che ci conosce e ci ama, accogli la preghiera che ti rivolgiamo in comunione con lei, rendici capaci di ascoltare la tua Parola, cantare la tua lode, contemplare le bellezze del creato, compatire il dolore umano. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREGHIERA A MARIA MADRE DELLA NOSTRA FEDE
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola,
perché riconosciamo la voce di Dio.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suo passi,
aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore,
ad affidarci pienamente a Lui
a credere nel suo amore,
soprattutto nei momenti difficili,
quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù,
affinché Egli sia la luce
che guida il nostro cammino.
Amen.
CANTI A MARIA
AVE MARIA SPLENDORE DEL MATTINO
Ave, Maria, splendore del mattino,
puro è il tuo sguardo ed umile il tuo cuore;
protegga il nostro popolo in cammino
la tenerezza del tuo vero amore.
Madre, tu che soccorri i figli tuoi,
fa’ in modo che nessuno se ne vada;
sostieni la sua croce e la sua strada,
fa’ che cammini sempre in mezzo a noi.
Madre, non sono degno di guardarti!
Però fammi sentire la tua voce;
fa’ che io porti a tutti la tua pace
e possano conoscerti ed amarti.
Ave, Maria, splendore del mattino,
puro è il tuo sguardo ed umile il tuo cuore;
protegga il nostro popolo in cammino
la tenerezza del tuo vero amore.
Madre, non sono degno di guardarti!
Però fammi sentire la tua voce;
fa’ che io porti a tutti la tua pace
e possano conoscerti ed amarti.
Ave, Maria, splendore del mattino.
Maria, tu che hai atteso nel silenzio
la sua Parola per noi,
aiutaci ad accogliere
il Figlio tuo che ora vive in noi.
Maria, tu che sei stata così docile
davanti al tuo Signor,
Maria tu che hai portato dolcemente
l’immenso dono d’amor,
Maria, Madre, umilmente tu hai sofferto
del suo ingiusto dolor:
Maria, tu che ora vivi nella gloria
insieme al tuo Signor,
Ave Maria, Ave!
Ave Maria, Ave!
Donna dell’attesa e madre di speranza,
ora pro nobis.
Donna del sorriso e madre del silenzio,
ora pro nobis.
Donna di frontiera e madre dell’ardore,
ora pro nobis.
Donna del riposo e madre del silenzio,
ora pro nobis.
Donna del deserto e madre del respiro,
ora pro nobis.
Donna della sera e madre del ricordo,
ora pro nobis.
Donna del presente e madre del ritorno,
ora pro nobis.
Donna della terra e madre dell’amore,
ora pro nobis
Mentre trascorre la vita solo tu non sei mai;
Santa Maria del cammino sempre sarà con te.
Vieni, o Madre, in mezzo a noi, vieni , Maria, quaggiù,
cammineremo insieme a te verso la libertà.
Quando qualcuno ti dice: “Nulla mai cambierà”,
lotta per un mondo nuovo, lotta per la verità!
Lungo la strada la gente chiusa in se stessa va;
offri per primo la mano a chi è vicino a te.
Vogliamo vivere Signore,
offrendo a Te la nostra vita,
con questo pane e questo vino
accetta quello che noi siamo.
Vogliamo vivere Signore,
abbandonati alla tua voce,
staccati dalle cose vane,
fissati nella vita vera.
Vogliamo vivere come Maria,
l’irraggiungibile, la Madre amata,
che vince il mondo con l’amore,
e offrire sempre la Tua vita,
che viene dal cielo
Accetta dalle nostre mani
come un’offerta a Te gradita
i desideri di ogni cuore,
le ansie della nostra vita.
Vogliamo vivere, Signore
accesi dalle Tue parole
Per riportare in ogni uomo
la fiamma viva del Tuo amore.
Giovane donna, attesa dell’umanità
Un desiderio d’amore e pura libertà.
Il Dio lontano è qui vicino a te,
voce silenzio, annuncio di novità.
Ave, Maria. Ave, Maria.
Dio t’ha prescelta qual madre piena di bellezza,
ed il suo amore t’avvolgerà con la sua ombra.
Grembo per Dio venuto sulla terra,
tu sarai madre di un uomo nuovo.
Ecco l’ancella che vive della tua parola,
libero il cuore perché l’amore trovi casa.
Ora l’attesa è densa di preghiera,
e l’uomo nuovo è qui in mezzo a noi.
DELL’AURORA TU SORGI PIU’ BELLA
Dell’aurora tu sorgi più bella
coi tuoi raggi a far lieta la terra,
e tra gli astri che il cielo rinserra,
non v’è stella più bella di te.
Bella tu sei qual sole,
bianca più della luna,
e le stelle più belle,
non son belle al par di te. (2 volte)
Gli occhi tuoi son più belli del mare,
la tua fronte ha il candore del giglio,
le tue gote baciate dal Figlio,
son due rose e le labbra son fior.
Delle perle tu passi l’incanto,
la bellezza tu vinci dei fiori
tu dell’iride ecclissi i bagliori
il tuo viso rapisce il Signor.
Col tuo corpo in cielo assunta
t’invochiamo devoti e festanti
la Regina degli angeli e santi
la gran Madre di Cristo Gesù.
Come giglio tu sei Immacolata
come rosa tu brilli tra i fior,
tu degli angeli il cuore innamori
della terra sei vanto e decor.
È l’ora che pia la squilla fedel
le note c’invia dell’Ave del ciel.
Ave, ave, ave Maria.
Ave, ave, ave Maria.
testo cantato
E’ l’ora più bella che suona nel cuor
che mite favella di pace, d’amor.
Onora la pia ch’è Madre a Gesù:
la dolce Maria che regna lassù.
Esalta l’ancella del grande Signor
la mistica stella dell’almo splendor.
Noi pur t’onoriamo, o Madre d’amor,
noi pur t’esaltiamo, purissimo fior.
Altro testo
Nel piano di Dio l’eletta sei tu
che porti nel mondo il Figlio Gesù.
Di tutti i malati solleva il dolor,
consola chi soffre nel corpo e nel cuor.
A tutti perdona le colpe e gli error,
al mondo tu dona la pace e l’amor.
Proteggi il cammino di un popol fedel,
ottieni ai tuoi figli di giungere al ciel.
Mi alma canta,
canta la grandeza del Señor
y mi espiritu
se estremece de gozo en Dios,
mi Salvador (2 volte)
Porque mirò con bondad
la pequeñez de su servidora,
Porque mirò con bondad
la pequeñez de su servidora,
en adelante todas la gentes
me llamaràn: feliz, (3 volte)
Derribò del trono a los poderosos,
y elevò a los humildes,
colmò de bienes a los hambrientos
y despidiò a los ricos
con las manos vacias.
Mi alma canta la grandeza del Señor
y mi espiritu se estremèce de gozo
en Dios, mi Salvador.
LA GUADALUPANA (Madonna di Guadalupe)
adattamento in italiano
Come un raggio di luce dal cielo…
Come un raggio di luce dal cielo,
Vergine Maria….
Vergine Maria….
Vergine Maria sei venuta tra noi.
Vergine Maria…
Vergine Maria…
Vergine Maria sei venuta a noi.
Hai chiamato Juan Diego sul monte… (2 volte)
per togliere il peso…
per togliere il peso…
per togliere il peso che portava nel cuor.
“Guadalupe” ti sei presentata… (2 volte)
come messicana…
come messicana…
come messicana hai voluto apparir.
Tra le rose, impresso sul manto… (2 volte)
il tuo dolce viso…
il tuo dolce viso…
il tuo dolce viso hai lasciato per noi.
Cara madre del Figlio di Dio… (2 volte)
a te ricorriamo…
a te ricorriamo…
a te ricorriamo come figli tuoi.
Salve Regina, madre di misericordia.
Vita, dolcezza, speranza nostra: salve!
Salve, Regina!
Salve, Regina, madre di misericordia.
Vita, dolcezza, speranza nostra: salve!
Salve Regina!
A te ricorriamo,
esuli figli di Eva.
A te sospiriamo, piangenti,
in questa valle di lacrime.
Avvocata nostra,
volgi a noi gli occhi tuoi,
mostraci dopo questo esilio,
il frutto del tuo seno, Gesù.
Salve, Regina, madre di misericordia.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria.
Salve, Regina!
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria.
Salve, Regina!
Salve, Regina!
Salve!
Salve!
(testi scelti da Rino Morri)