Lunedì Santo – Adorazione Eucaristica
Parrocchia del Crocifisso (Sant’Andrea dell’Ausa)
SETTIMANA SANTA 2020
in CASA e in FAMIGLIA
LUNEDI’ SANTO
ADORAZIONE EUCARISTICA
CANTO:
ascoltiamo/cantiamo «Mistero della cena»
Mistero della Cena è il corpo di Gesù,
mistero della Croce è il sangue di Gesù,
e questo pane e vino, è Cristo in mezzo ai suoi,
Gesù risorto e vivo sarà sempre con noi.
Mistero della Chiesa è il corpo di Gesù,
mistero della Pace è il sangue di Gesù,
il Pane che mangiamo fratelli ci farà,
intorno a questo altare l’amore crescerà.
G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
G. Sia lodato e ringraziato ogni momento.
T. Il Santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…
PREGHIERA
G. Cristo Gesù, per il quale sono state create tutte le cose.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
G. Ti sei fatto uomo per la mia salvezza.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
G. Hai annunciato il Vangelo di verità.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
G. Ti sei annientato, facendoti obbediente fino alla morte sulla croce.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
G. Sei risorto glorioso dalla morte e sei asceso al cielo.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
G. Ti sei fatto cibo e conforto dell’anima mia nel Sacramento dell’altare.
T. Ti adoro, Signore Gesù.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)
(In quel tempo Gesù rispose): «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
MEDITIAMO LA PAROLA (in silenzio oppure leggendo la seguente riflessione)
Davanti al discorso di Gesù sul pane della vita, nella Sinagoga di Cafarnao, la reazione dei discepoli, molti dei quali abbandonarono Gesù, non è molto lontana dalle nostre resistenze davanti al dono totale che Egli fa di se stesso.
Perché accogliere veramente questo dono vuol dire perdere se stessi, lasciarsi coinvolgere e trasformare, fino a vivere di Lui.
“Questa parola è dura!” diranno i discepoli; è dura perché spesso confondiamo la libertà con l’assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla libertà.
E’ questa un’illusione che non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto” – dicevano gli ebrei nel deserto (Es 16,3), come abbiamo ascoltato.
In realtà, solo nell’apertura a Dio, nell’accoglienza del suo dono, diventiamo veramente liberi, liberi dalla schiavitù del peccato che sfigura il volto dell’uomo e capaci di servire al vero bene dei fratelli.(…)
L’uomo è incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: è la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanità e a rendere buona e giusta la nostra vita.
Nel Padre nostro chiediamo che sia santificato il Suo nome, che venga il Suo regno, che si compia la Sua volontà. E’ anzitutto il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perché è questo primato a permetterci di ritrovare la verità di ciò che siamo, ed è nel conoscere e seguire la volontà di Dio che troviamo il nostro vero bene.
Dare tempo e spazio a Dio, perché sia il centro vitale della nostra esistenza.
• Credo che Gesù è il Pane che dona la vita vera? Cosa significa questo per me?
• Riconosco che in questo Pane il Signore mi invita a fare comunione con lui? In che modo?
• Gesù è per me, oggi, speranza di vita eterna? Come si realizza questo?
CANTO: ascoltiamo/cantiamo «Adoro Te»
Sei qui davanti a me, o mio Signore,
sei in questa brezza che ristora il cuore,
roveto che mai si consumerà,
presenza che riempie l’anima.
Adoro te, fonte della vita,
adoro te, Trinità infinita,
i miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza tua mi prostrerò.
Sei qui davanti a me, o mio Signore.
Nella tua grazia trovo la mia gioia.
Io lodo! Ringrazio e prego perché
il mondo ritorni a vivere in te,
a vivere in te.
Adoro te, fonte della vita,
adoro te, Trinità infinita,
i miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza tua mi prostrerò,
mio Signor.
Adoro te, fonte della vita,
i miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza tua mi prostrerò,
mio Signor.
PREGHIERA
G. Noi ti adoriamo, Signore Gesù.
T. Noi ti adoriamo, Signore Gesù.
G. Tu sei il Figlio prediletto, una sola cosa con il Padre…
Tu sei la Parola fatta carne che venne ad abitare in mezzo a noi…
T. Noi ti adoriamo, Signore Gesù.
G. Tu sei la luce vera, quella che illumina ogni uomo….
Tu sei la via, la verità e la vita: nessuno giunge al Padre se non per mezzo tuo….
T. Noi ti adoriamo, Signore Gesù.
G. Tu sei il pane della vita: chi viene a te non avrà più fame, chi crede in te non avrà più sete…
Tu sei la risurrezione e la vita: chi crede in te, anche se muore vivrà; e chi vive e crede in te non morirà in eterno….
T. Noi ti adoriamo, Signore Gesù.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 17,1-26)
Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
MEDITIAMO LA PAROLA (in silenzio oppure leggendo la seguente riflessione)
Al centro di questa preghiera di intercessione e di espiazione a favore dei discepoli sta la richiesta di consacrazione; Gesù dice al Padre: «Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità» (Gv 17,16-19).
Domando: cosa significa «consacrare» in questo caso? Anzitutto bisogna dire che «Consacrato» o «Santo», è propriamente solo Dio. Consacrare quindi vuol dire trasferire una realtà – una persona o cosa – nella proprietà di Dio.
E in questo sono presenti due aspetti complementari: da una parte togliere dalle cose comuni, segregare, “mettere a parte” dall’ambiente della vita personale dell’uomo per essere donati totalmente a Dio; e dall’altra questa segregazione, questo trasferimento alla sfera di Dio, ha il significato proprio di «invio», di missione: proprio perché donata a Dio, la realtà, la persona consacrata esiste «per» gli altri, è donata agli altri.
Donare a Dio vuol dire non essere più per se stessi, ma per tutti. E’ consacrato chi, come Gesù, è segregato dal mondo e messo a parte per Dio in vista di un compito e proprio per questo è pienamente a disposizione di tutti. Per i discepoli, sarà continuare la missione di Gesù, essere donato a Dio per essere così in missione per tutti.
• Qual è la frase del Testamento di Gesù che più ti ha colpito? Perché?
CANTO: ascoltiamo/cantiamo «E’ giunta l’ora»
È giunta l’ora, Padre, per me:
ai miei amici ho detto che
questa è la vita: conoscere te
e il Figlio tuo: Cristo Gesù.
Erano tuoi, li hai dati a me,
ed ora sanno che torno a te.
Hanno creduto: conservali tu
nel tuo Amore, nell’unità.
Tu mi hai mandato ai figli tuoi:
la tua parola è verità.
E il loro cuore sia pieno di gioia:
la gioia vera viene da te.
Io sono in loro e tu in me;
e sian perfetti nell’unità;
e il mondo creda che tu mi hai mandato:
li hai amati come ami me.
PREGHIERA (Salmo 126)
G. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
T. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
G. Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
T. Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
G. Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
L. Dalla Prima Lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 11, 23-29)
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice, perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
MEDITIAMO LA PAROLA (in silenzio oppure leggendo la seguente riflessione)
Nell’Ultima Cena Gesù riassume tutta la sua esistenza in un gesto che si inscrive nella grande benedizione pasquale a Dio, gesto che Egli vive da Figlio come rendimento di grazie al Padre per il suo immenso amore.
Gesù spezza il pane e lo condivide, ma con una profondità nuova, perché Egli dona se stesso. Prende il calice e lo condivide perché tutti ne possano bere, ma con questo gesto Egli dona la “nuova alleanza nel suo sangue”, dona se stesso. Gesù anticipa l’atto di amore supremo, in obbedienza alla volontà del Padre: il sacrificio della Croce.
La vita gli sarà tolta sulla Croce, ma già ora Egli la offre da se stesso. Così la morte di Cristo non è ridotta ad un’esecuzione violenta, ma è trasformata da Lui in un libero atto d’amore, di auto-donazione, che attraversa vittoriosamente la stessa morte e ribadisce la bontà della creazione uscita dalle mani di Dio, umiliata dal peccato e finalmente redenta.
Questo immenso dono è a noi accessibile nel Sacramento dell’Eucaristia: Dio si dona a noi, per aprire la nostra esistenza a Lui, per coinvolgerla nel mistero di amore della Croce, per renderla partecipe del mistero eterno da cui proveniamo e per anticipare la nuova condizione della vita piena in Dio, in attesa della quale viviamo.
La bimillenaria storia della Chiesa è costellata di santi e sante, la cui esistenza è segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall’Eucaristia nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli della vita comunitaria, nasca quindi uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata.
Nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato .
In ogni persona saprà vedere quello stesso Signore che non ha esitato a dare tutto se stesso per noi e per la nostra salvezza. Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate.
(…).Non c’è nulla di autenticamente umano che non trovi nell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza: la vita quotidiana diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio, all’interno del rapporto con Cristo e come offerta al Padre.
PREGHIERA
G. Benedetto sei tu Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo:
ci hai donato il tuo Figlio unigenito, vero pane disceso dal cielo per la vita eterna dell’uomo.
T. Benedetto sei tu Gesù Cristo Signore, Verbo fatto carne: la tua carne è vero cibo
e il tuo sangue vera bevanda. Mirabile degnazione della tua bontà verso di noi!
G. Tu, Signore del cielo e della terra, hai voluto saziare la nostra fame di beatitudine
con il tuo corpo e il tuo sangue.
T. Dona a noi, tuoi discepoli, di nutrircene degnamente, cosicché, dimorando in te e tu in noi, diventiamo nuove creature.
G. Benedetto sei tu Spirito Santo vivificatore: la tua carità ci unisca in un solo corpo
e in un solo spirito, e ci renda testimoni di Cristo, unico salvatore del mondo.
T. Amen.
CANTO: ascoltiamo/cantiamo «Il tuo popolo in cammino»
Il tuo popolo in cammino
cerca in te la guida.
Sulla strada verso il regno
sei sostegno col tuo corpo:
resta sempre con noi, o Signore!
È il tuo pane, Gesù, che ci dà forza
e rende più sicuro il nostro passo.
Se il vigore nel cammino si svilisce,
la tua mano dona lieta la speranza.
Il tuo popolo in cammino
cerca in te la guida.
Sulla strada verso il regno
sei sostegno col tuo corpo:
resta sempre con noi, o Signore!
È il tuo vino, Gesù, che ci disseta
e sveglia in noi l’ardore di seguirti.
Se la gioia cede il passo alla stanchezza,
la tua voce fa rinascere freschezza.
Il tuo popolo in cammino
cerca in te la guida.
Sulla strada verso il regno
sei sostegno col tuo corpo:
resta sempre con noi, o Signore!
G. Preghiamo: Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta corpo donato sulla Croce, ed è viva per noi nel sacramento della Santa Eucaristia. Fa’ che l’incontro con te nel Mistero silenzioso della tua presenza, entri nella profondità dei nostri cuori e brilli nei nostri occhi perché siano trasparenza della tua carità. Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia continui ad ardere nella nostra vita e diventi per noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosa ai più deboli. Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché molti siano attratti a camminare verso di te. Venga il tuo Regno, e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.
Benedizione eucaristica
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa ed immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
CANTO: ascoltiamo/cantiamo «Resta con noi, Signore, la sera»
Resta con noi, Signore, la sera,
resta con noi e avremo la pace.
Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor.
Ti porteremo ai nostri fratelli,
ti porteremo lungo le strade.
Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor.
Voglio donarti queste mie mani,
voglio donarti questo mio cuore.
Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor.